TWITTER E LA POLITICA: COSA SUCCEDE QUANDO LA GUERRA DIVENTA SOCIAL

Negli ultimi anni abbiamo assistito a guerre in cui i media hanno ricoperto un ruolo rilevante.

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I SOCIAL E LA SALITA AL POTERE DEI TALEBANI

Afghanistan 2021: i talebani riprendono il potere dopo la ventennale occupazione statunitense sul territorio… e lo fanno anche grazie ai social media

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DIMISSIONI DEL CEO DI TWITTER: E ORA?

Il 30 Novembre 2021 è stata una data importante per Twitter: il giorno delle dimissioni di Jack Dorsey, informatico, imprenditore e filantropo statunitense, da 16 anni impegnato nella company, ricoprendo una serie di ruoli, da co-founder fino a quello di CEO, che ha da pochissimo deciso di abbandonare.

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STRAVAGANZA O STRATEGIA? ELON MUSK E I TWEET PIÙ COSTOSI DEL WEB

Elon Musk, lo stravagante fondatore di Tesla nonché attualmente l’uomo più ricco al mondo, ama rimanere sotto i riflettori di Twitter  e i suoi post “provocatori” ne danno una chiara dimostrazione. 

Dal famoso Pesce di aprile di tre anni fa, in cui Musk annunciava cripticamente e scherzosamente «la Tesla è fallita […]. Non può fare altro che dichiarare fallimento», il numero uno della mobilità elettrica continua a tempestare il mondo di Twitter con notizie bizzarre e dichiarazioni irriverenti che sembrano minacciare gli stessi interessi del magnate dell’industria automobilistica e spaziale. 

Nei giorni scorsi, per esempio, a seguito dell’annuncio da parte del colosso dell’autonoleggio Hertz, che aveva comunicato l’acquisto di 100.000 Tesla entro il 2022, i titoli in borsa sono rapidamente saliti  del 33%.  Tuttavia, Musk ha deciso bene di raffreddare gli animi degli investitori replicando alle affermazioni dell’azienda statunitense e sostenendo che «Nessun contratto è stato firmato. La domanda è molto più alta della produzione per Tesla; quindi, venderemo auto a Hertz  con lo stesso margine dei consumatori». Sebbene la trattativa rimanga tutt’ora aperta, la notizia ha fatto sì che i titoli crollassero nuovamente, rendendo la figura del miliardario ancora più controversa e imprevedibile.

Le provocazioni non sono finite qui. L’imprenditore americano ha voluto dire la sua circa la proposta fiscale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, deciso ad aumentare la tassazione sui capital gains e sulle plusvalenze per coloro che incassano più di un milione di dollari. Pochi giorni fa, il 6 novembre, è infatti apparso sul profilo Twitter di Musk un sondaggio nel quale chiedeva ai suoi oltre 62 milioni di followers se fosse il caso o meno di vendere il 10% delle azioni Tesla, dato che: «Non percepisco nessuno stipendio o bonus. Ho solo titoli azionari. Di conseguenza, l’unico modo che ho per pagare le tasse è vendere azioni».Nel post c’era anche la promessa di rispettare totalmente l’esito del sondaggio, che ha avuto un risultato positivo con il 56%  di “Si”. 

Secondo i documenti depositati presso la SEC, il regolatore del mercato statunitense, Musk ha effettivamente dato peso alla votazione, decidendo di  vendere già una buona parte delle sue azioni dal valore di 1,1 miliardi di dollari. Ciò nonostante, quello che più risulta bizzarro è che, a seguito del suo sondaggio, le azioni Tesla sono precipitate del 7,3%; di conseguenza, i titoli sono stati ceduti ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello che avrebbero avuto se l’operazione fosse stata condotta prima o in assenza del famoso quesito su Twitter. 

Ciò che resta un dato di fatto è che oggi i tweet di Musk rappresentano un market mover, un motore in grado di muovere mercati economici e investitori attraverso un semplice cinguettio. La domanda rimane però incentrata sul perché egli non sembra prestare attenzione agli effetti, anche negativi, che le sue scelte mediatiche possono avere sulle finanze dell’impresa. Si tratta di semplice stravaganza o di strategia?

Nel frattempo, vi lasciamo con la dichiarazione rilasciata quest’anno al Saturday Night Live riguardo la sindrome di Asperger di cui soffre: «Ho reinventato le auto elettriche e mando le persone su Marte in un razzo. Pensavate che sarei stato un tipo normale e rilassato?».

Aurora Francesca Olivieri

RESPONSABILITÀ 2.0: QUANDO LA DEMOCRAZIA DIPENDE DA UN TWEET

Quanto vale il diritto di parola? E soprattutto, può esistere in una democrazia il potere di toglierlo ad altri? Dopo il precedente storico del ban dalle principali piattaforme social dell’ex presidente Trump, a quanto pare sì. L’interrogativo che ci dobbiamo porre adesso è quindi il seguente: si è trattato di un episodio di censura o di un diritto regolarmente esercitato da parte di un’azienda privata nel tentativo di fare rispettare le proprie regole?

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FUTURE ISN’T WAITING, MA IL GIAPPONE HA BISOGNO DI TEMPO

«Non comprerò mai più prodotti Nike» è uno dei commenti più gettonati all’ultimo tweet di Nike Giappone.

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BURGER KING SOTTO I RIFLETTORI: TRA MARKETING E SOLIDARIETÀ

Si sa, i colossi Burger King e McDonald’s sono da sempre al centro della sfida volta all’ottenimento della supremazia su tutti i ristoranti fast-food.

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LA FEATURE DI TWITTER CHE TI INVOGLIA AD APRIRE I LINK E A LEGGERE I CONTENUTI PRIMA DI CONDIVIDERLI

Twitter ha introdotto da qualche mese un nuovo tool sperimentale per suggerire a tutti gli utenti che condividono un articolo di cliccare sul link e… leggerne i contenuti! L’obiettivo? Combattere l’overload informativo e la diffusione dilagante delle fake news.

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THE SOCIAL DILEMMA: CONTROLLARE O ESSERNE CONTROLLATI?

In questo docudrama di Jeff Orlowski, distribuito da Netflix, esperti dell’industria mediatica analizzano gli aspetti più oscuri del mondo social, fornendoci l’opportunità di un uso consapevole del mezzo. 

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NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA (SU INSTAGRAM): IL CASO DEL FYRE FESTIVAL

Prendi un’isola nelle Bahamas, con acqua cristallina e un panorama da sogno. Aggiungi ville paradisiache, yacht lussuosi e musica sotto le stelle, con performance live degli artisti più hot del momento. Il Fyre Festival si presentava così. In realtà si è trattato della più grande truffa mediatica degli ultimi tempi.

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