Elon Musk, lo stravagante fondatore di Tesla nonché attualmente l’uomo più ricco al mondo, ama rimanere sotto i riflettori di Twitter e i suoi post “provocatori” ne danno una chiara dimostrazione.
Dal famoso Pesce di aprile di tre anni fa, in cui Musk annunciava cripticamente e scherzosamente «la Tesla è fallita […]. Non può fare altro che dichiarare fallimento», il numero uno della mobilità elettrica continua a tempestare il mondo di Twitter con notizie bizzarre e dichiarazioni irriverenti che sembrano minacciare gli stessi interessi del magnate dell’industria automobilistica e spaziale.
Nei giorni scorsi, per esempio, a seguito dell’annuncio da parte del colosso dell’autonoleggio Hertz, che aveva comunicato l’acquisto di 100.000 Tesla entro il 2022, i titoli in borsa sono rapidamente saliti del 33%. Tuttavia, Musk ha deciso bene di raffreddare gli animi degli investitori replicando alle affermazioni dell’azienda statunitense e sostenendo che «Nessun contratto è stato firmato. La domanda è molto più alta della produzione per Tesla; quindi, venderemo auto a Hertz con lo stesso margine dei consumatori». Sebbene la trattativa rimanga tutt’ora aperta, la notizia ha fatto sì che i titoli crollassero nuovamente, rendendo la figura del miliardario ancora più controversa e imprevedibile.
Le provocazioni non sono finite qui. L’imprenditore americano ha voluto dire la sua circa la proposta fiscale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, deciso ad aumentare la tassazione sui capital gains e sulle plusvalenze per coloro che incassano più di un milione di dollari. Pochi giorni fa, il 6 novembre, è infatti apparso sul profilo Twitter di Musk un sondaggio nel quale chiedeva ai suoi oltre 62 milioni di followers se fosse il caso o meno di vendere il 10% delle azioni Tesla, dato che: «Non percepisco nessuno stipendio o bonus. Ho solo titoli azionari. Di conseguenza, l’unico modo che ho per pagare le tasse è vendere azioni».Nel post c’era anche la promessa di rispettare totalmente l’esito del sondaggio, che ha avuto un risultato positivo con il 56% di “Si”.
Secondo i documenti depositati presso la SEC, il regolatore del mercato statunitense, Musk ha effettivamente dato peso alla votazione, decidendo di vendere già una buona parte delle sue azioni dal valore di 1,1 miliardi di dollari. Ciò nonostante, quello che più risulta bizzarro è che, a seguito del suo sondaggio, le azioni Tesla sono precipitate del 7,3%; di conseguenza, i titoli sono stati ceduti ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello che avrebbero avuto se l’operazione fosse stata condotta prima o in assenza del famoso quesito su Twitter.
Ciò che resta un dato di fatto è che oggi i tweet di Musk rappresentano un market mover, un motore in grado di muovere mercati economici e investitori attraverso un semplice cinguettio. La domanda rimane però incentrata sul perché egli non sembra prestare attenzione agli effetti, anche negativi, che le sue scelte mediatiche possono avere sulle finanze dell’impresa. Si tratta di semplice stravaganza o di strategia?
Nel frattempo, vi lasciamo con la dichiarazione rilasciata quest’anno al Saturday Night Live riguardo la sindrome di Asperger di cui soffre: «Ho reinventato le auto elettriche e mando le persone su Marte in un razzo. Pensavate che sarei stato un tipo normale e rilassato?».
Aurora Francesca Olivieri