Che i social media abbiano siano sempre più influenti sulle scelte dei consumatori è, ormai, un fatto appurato. D’altra parte, i dati lo confermano: il 90% degli iscritti ad Instagram segue profili business e il 93% degli shopper ammette che sono influenzati dalle online review nelle loro scelte d’acquisto. La tendenza a fare shopping online non è, come è evidente, di certo in calo in questo periodo e ciò non può che rendere il consumatore sempre più suscettibile all’opinione di influencer o ai contenuti condivisi dai brand che segue sui social. Le piattaforme non se lo stanno certo facendo ripetere due volte: da Facebook a Instagram, da Snapchat a Pinterest, fino ad includere persino WhatsApp, i social network si sono mossi per introdurre nuove feature che rendano il cosiddetto “social shopping” un’esperienza sempre più fluida e integrata.
Fino a ieri, il social shopping poteva ancora vedersi come il punto d’incontro tra la ricerca di informazioni e review di prodotti e servizi attuate sui social e il concludersi del processo d’acquisto presso il canale di eCommerce predisposto dal brand. Il sito o l’app che poi ospitava l’eCommerce era, dunque, di proprietà dell’azienda, che era in grado di controllarlo in prima persona. Da quest’anno l’esperienza di shopping online sembrerebbe essere in via di cambiamento. A partire da Facebook e Instagram, che da maggio hanno reso possibile ai profili business di aprire dei veri e propri negozi digitali, che si presentano come cataloghi dei prodotti, i social si stanno rapidamente dirigendo verso soluzioni che permettano agli user di completare l’acquisto in-app.
Ciò renderebbe possibile ai brand di avvicinarsi ancora di più alla propria community, oltre che aprirsi a pubblici più ampi e anche a chi non si sarebbe spint* ad accedere al loro sito o app, non essendo ancora un cliente fidelizzato. Naturalmente, in un’ottica di customer experience, questo tipo di integrazione rende il processo sempre più vicino all’ideale di seamlessness, essendo lo sforzo richiesto all’utente e i passaggi richiesti per la conclusione dell’acquisto ridotti al minimo. Molto interessante, dal punto di vista del brand, è anche lo sfruttamento delle abilità delle piattaforme di monitorare in tempo reale comportamenti e interazioni dei clienti, aprendosi alle opportunità (e rischi) di basare le proprie strategie future o ricalibrare quelle correnti sulla base di questi dati. Anche i social network che si stanno aprendo a questi strumenti sono determinati a trarne ampio vantaggio e hanno buona ragione di credere che ci riusciranno. Rendere i brand ancora più dipendenti dalle app pone le piattaforme in una situazione di controllo quasi totale del mercato.
Un caso esemplare è quello della collaborazione tra il social cinese TikTok e il sito di eCommerce canadese Shopify. L’aspetto più straordinario di questa partnership sta nei numeri e nel traffico che si genera: da un lato, TikTok è una piattaforma dove solo pochi giorni fa una ragazzina americana di 16 anni, tale Charli D’Amelio, ha raggiunto i 100 milioni di follower (numeri a cui su social come Instagram arrivano solo celebrities mondiali come Ronaldo), dall’altro vi è un sito che ospita più di un milione di negozianti. Negli Stati Uniti è, ad oggi, già possibile acquistare i prodotti disponibili su Shopify semplicemente interagendo con un video che ci appare su TikTok.
Se anche la prospettiva dello shopping via social media può sembrare ad alcuni come una realtà distopica, non sono da sottovalutarsi i vantaggi di cui lo stesso pubblico potrebbe beneficiare (e non si parla solo dei pigri a cui non verrà più richiesto di spostarsi sui media proprietari del brand per concludere l’acquisto). L’algoritmo di TikTok, ad esempio, si considera spesso come notevolmente democratico, in quanto non basato sulla reputazione dell’individuo, ma più sull’engagement che creano i contenuti.
Forse sarà proprio attraverso di essa che i piccoli brand riusciranno ad emergere e a ottenere visibilità. Forse, invece, Amazon inizierà una collaborazione con Facebook, creando una coalizione di giganti senza pari. Quello che è certo è che questo cambiamento ha un grande potenziale, nel bene e nel male, e non possiamo fare altro che aspettare per vedere dove ci porterà.
Giulia Van Den Winkel