Unire la stravaganza degli anni ’80 con l’incisività della generazione Z. Un’equazione geniale o un terribile errore? Reebok ha le idee molto chiare: dalla combinazione di mondi diversi può nascere un’esplosione di creatività. Ecco spiegata Reebok Icons 2.0 la nuova campagna lanciata dal noto brand sportivo in cui le sneakerspiù iconiche tornano in vita.
Classic Leather, Club C, Freestyle e Workout; quattro modelli che hanno segnato un’epoca tornano alla ribalta per conquistare la Gen Z. Sei content creator scelti per raccontare cosa hanno significato questi modelli negli anni ’80: dalle Club C85 diventate punto di riferimento nel tennis, alle Freestyle, le prime sneakers create appositamente per le donne.
Una campagna di influencer marketing per un brand storico che non vuole smettere di essere protagonista sul mercato. Rebook Icons 2.0 segue il filo narrativo iniziato dal brand nel 2019 con Respect the Icons. La campagna, focalizzata sul concetto di “icona“, metteva i nonni della GenZ protagonisti all’interno dei social media. Obiettivo: riscrivere l’idea di classicità, troppo spesso erroneamente associata a qualcosa da cui distaccarsi. L’anno successivo i riflettori si accesero su la Classic Leather, modello lanciato nel 1983 e reinterpretato per avvicinarlo all’estetica moderna. Anche in questo caso la campagna Write your Legacy coinvolse 8 talent e si sviluppò sui canali digitali.
Ripescare da un passato che non muore mai è diventato un escamotage a cui i brand ricorrono sempre più spesso. D’altronde il potere pervasivo delle emozioni rimane una delle leve fondamentali su cui puntare per avere un riscontro positivo dai consumatori. In particolare, la nostalgiasuscita un fascino prezioso per il mondo del marketing. La rievocazione di eventi o oggetti che hanno caratterizzato la nostra infanzia ha il potere di influenzare il processo d’acquisto di un individuo. Ma il ricordo può anche personificarsi nell’idea immaginaria di un tempo passato, in cui le difficoltà del presente svaniscono. Si parla di marketing della nostalgia per riferirsi a questo fenomeno che vede l’universo del vintage come protagonista e si sedimenta all’interno della cultura del residuo. La riappropriazione di contenuti o prodotti già utilizzati diventa, difatti, un modo per bilanciare la limitata capacità di innovazione dei brand con l’assidua esigenza di novità del mercato.
Reinterpretare. Vestire il passato con i trend, gli stili e i gusti del presente. Viaggiare nel tempo con un bagaglio valoriale autentico e affidabile. Il tutto per riuscire a intercettare i giovani, esasperati da continui stimoli eppure sempre alla ricerca della novità.
Noemi Melis