LE PERLE DEGLI OMOFOBI: L’IMPORTANZA DI DENUNCIARE LA DISCRIMINAZIONE SUI SOCIAL

“Siete un errore della natura”. Questo è solo uno dei tanti esempi di insulti che due fidanzate, Erika e Martina, ricevono sui propri profili social, scritti da utenti che si scagliano contro la loro sessualità. Dalla decisione di condividere questi commenti e sottolinearne l’esistenza è nato il profilo leperledegliomofobi, attivo su Facebook e su Instagram.

In un momento storico in cui la discriminazione verso la comunità LGBT+ è al centro del dibattito, soprattutto visto quanto successo in Senato con il DDL Zan, Erika e Martina portano avanti un profilo su cui conservano tutti gli insulti omofobi che ricevono sia in privato che pubblicamente sotto le proprie foto, con il fine di denunciare questo tipo di discriminazione. Dal punto di vista formale, si tratta spesso di commenti scritti con un italiano sgrammaticato, con frequenti errori di battitura e abbreviazioni, ma carichi d’odio e cattiveria gratuita.

Gli insulti più ricorrenti associano le due ragazze a delle poco di buono, chiamandole “maialone” o “lesbicone”, oppure esprimono disgusto e ribrezzo nei loro confronti, con frasi come “che schifo” o “fate vomitare”. Altri ancora si concentrano sull’ambito religioso e morale, accusandole di perversione e definendole contro natura, o sulla salute mentale, considerandole malate o psicopatiche. Tra i vari commenti è possibile trovare anche molestie da parte di persone che si propongono per “una cosa a tre” e frasi come “dovete bruciare” o “morite”. Non mancano poi i riferimenti alla famiglia tradizionale, difesa a spada tratta da questi utenti, e gli insulti legati all’aspetto fisico delle ragazze. C’è anche chi cerca di giustificarsi con frasi come “io non ho niente contro gli omosessuali” oppure “ognuno fa come vuole”, puntualmente seguite da un “ma”.

Nonostante il numero elevato di insulti che è possibile leggere sul loro profilo, le due ragazze continuano a raccontare a testa alta la propria relazione sui social, ricevendo anche messaggi di solidarietà e di comprensione. Infatti, moltissimi ragazzi sono in grado di rispecchiarsi nella situazione di Erika e Martina, dato che ancora oggi è molto frequente che le persone appartenenti alla comunità LGBT+ ricevano questo tipo di insulti almeno una volta nella loro vita.

In un unico profilo è quindi possibile trovare tutti gli insulti che da sempre sono rivolti alla comunità LGBT+ e che quindi testimoniano la presenza di una forte omofobia soprattutto sui social media, dove le persone possono nascondersi dietro a un profilo falso senza doversi preoccupare delle conseguenze delle proprie affermazioni. Ma fino a che punto è corretto dare la possibilità di pubblicare certi commenti?

Elisa Cattozzi