ONLYFANS: TRA LIBERTÀ E PERICOLOSITÀ

Nata nel 2016, OnlyFans è una piattaforma di condivisione di contenuti a pagamento che ad oggi conta circa 130 milioni di utenti. Tutti coloro che possiedono un account possono caricare foto, video, live streaming intimi; i “fan”, a loro volta, possono pagare per ottenerne l’accesso. 

Per molti sex worker questa piattaforma è un modo per lavorare e monetizzare il proprio corpo dietro un paywall apparentemente affidabile. Purtroppo, però, esistono numerosi “rischi del mestiere”: tutti i contenuti, anche quelli privati e da sbloccare, possono diventare di dominio pubblico nel momento in cui vengono pubblicati sulla piattaforma. 

A partire dall’inizio di marzo 2020, c’è stato un incremento del 75% delle iscrizioni sul social network: la pandemia ha avuto un impatto devastante sul lavoro di migliaia di persone, in particolare donne e madri, che hanno così deciso di registrarsi su OnlyFans per guadagnarsi da vivere. Ma più queste piattaforme vengono utilizzate, tanto più dovrebbero esserci misure di controllo, anche se non è sempre così. Difatti, le fughe di dati sono frequenti: i contenuti rubati da OnlyFans finiscono poi su altre piattaforme di stampo pornografico, impedendo a molti sex worker di guadagnare il dovuto dalla propria immagine.

Il furto, la condivisione e la pubblicazione online del materiale intimo senza il consenso dei proprietari sono forme di abuso sessuale. A livello europeo, nel 2018 è entrato in vigore il General Data Protection Regulation, ovvero una legge che consente agli utenti di richiedere la rimozione di materiale personale ritenuto inadeguato o eccessivo per dare a chiunque la possibilità di scegliere cosa pubblicare online o meno. 

Nonostante questo, però, il revenge porn è un fenomeno – o meglio, un reato – di cui si sente sempre più parlare negli ultimi anni, soprattutto in relazione ai social network. Questi ultimi, infatti, consentono la diffusione rapida e incontrollata di materiale pornografico, la cui circolazione è difficile da controllare ed eventualmente bloccare. Le vittime sono spesso ignare di tutto e vedono la propria reputazione e la propria dignità distrutte. È sempre più necessaria, dunque, una legge comune che condanni questi abusi. 

Dal canto suo, OnlyFans ha cercato di migliorarsi in quanto a sicurezza, soprattutto dopo una serie di casi di minori entrati nella piattaforma con account falsi. Nel maggio del 2019, ad esempio, ha introdotto una protezione aggiuntiva nel processo di verifica e validazione delle identità degli utenti, ovvero l’obbligo di caricare un selfie con il proprio documento d’identità. Tuttavia, questa strategia sembra non abbia funzionato poiché molti minori hanno utilizzato documenti falsi o appartenenti a amici o parenti. 

Quest’estate la svolta: a seguito di alcune pressioni da parte di finanziatori e investitori, OnlyFans aveva annunciato un drastico cambiamento, ovvero l’eliminazione a partire dal 1° ottobre di foto e video sessualmente espliciti. Ma la rettifica è arrivata dopo pochissimi giorni per mezzo di un tweet in cui la piattaforma dichiarava di aver ottenuto le garanzie necessarie per sostenere finanziariamente i creator della community a nome di un principio di “inclusione”. 

Rebecca Corcelli