C’era una volta, in una ridente città toscana, un uomo dal forte spirito imprenditoriale, che decise di vendere la propria anima al lusso e all’eleganza. Oggi, festeggiamo il compleanno della sua grande creazione: Gucci. I festeggiamenti della maison Gucci sono stati affidati ad un birthday planner di eccezione, Alessandro Michele, quindi potevamo immaginarci qualcosa di estremo. Certo, nessuno si sarebbe aspettato di vedere Balenciaga come ospite d’onore.
La notizia della collaborazione tra Alessandro Michele e Demna Gvasalia c’era, ma non c’era: viveva in un limbo di fantasie, aspettative e promesse, sussurrate al vento e mai confermate. Eppure, non solo è successo davvero, ma è successo in occasione del 100esimo compleanno di casa Gucci. Alessandro Michele, affiancato dalla superba Floria Sigismondi nel ruolo di regista, ha dato vita ad una narrativa disseminata di indizi, di dolci richiami al passato, al presente e al futuro dell’azienda.
Il setting di partenza è il Savoy Club, nome che strizza l’occhio all’Hotel Savoy, dove lavorò Guccio Gucci prima di fondare l’omonima casa di moda. All’interno del club, il passo deciso delle modelle e dei modelli è scandito dalle luci abbaglianti dei fotografi, mentre la musica martellante inneggia a quell’hype che hanno cavalcato sia Gucci che Balenciaga e che ha contraddistinto la loro ascesa all’Olimpo del mercato della moda. Da Lil Pump a Bhad Bhabie, il nome del brand è in ogni canzone, in un inno giovanile e travolgente. La scelta dei modelli e gli abiti che indossano sono un chiaro richiamo all’atteggiamento inclusivo adottato da Alessandro Michele fin dal 2015: si gioca a rompere gli schemi tradizionali e il nostro direttore creativo ha dimostrato di conoscere bene le regole del gioco.
Ma veniamo agli abiti. È possibile distinguere i capi più celebrativi, da quelli frutto della collaborazione dei due direttori creativi. Un po’ come quando, ad una festa, ci sono degli invitati perfettamente in linea con il contesto ed altri che stonano un po’.
Da un lato, emerge il gusto fetish e sensuale che ha caratterizzato l’era Tom Ford e spiccano le rivisitazioni dei suoi capi (tra cui l’iconico completo rosso in velluto, che nel 2019 venne riproposto dall’omonima casa di moda). L’equitazione rappresenta il legame con il passato: i morsetti, i caschi e gli stivali da cavallerizza osannano la tradizione centenaria del brand fiorentino.
Dall’altra, il sogno si realizza e il nome “Balenciaga” campeggia su giacche e borse, fanno il loro ingresso spalline rinforzate, latex e quegli stivali a calza che ogni individuo sotto il metro e ottanta può sognarsi. Le sembianze, però, non sono quelle di una classica collaborazione: qui si tratta di Michele che ha smembrato l’identità di Gucci, quella di Balenciaga, e poi ha giocato a prendere un po’ dell’uno e dell’altro, dando vita a qualcosa di nuovo. Tipo una Hourglass con stampa Flora.
Proprio nel momento in cui pensi che sia tutto finito, ecco che la vera festa comincia davvero: la scena si sposta all’aperto, in un cortile fiorito abitato da cavalli bianchi, dove la gravità cessa di esistere e i modelli sono liberi di librarsi in aria come colibrì, di celebrare l’amore e la vita con leggerezza. Questa è una festa, come scrive Michele, che «si offre come un’immersione profonda ed estatica in tutto quello che oggi ci manca in maniera struggente: una festa d’aria».
Tutto questo è GucciAria: un mondo mitologico, dove assaporare il mito del passato “alla luce del presente”. Non ci resta che respirare quest’aria di magia e sognare, nell’attesa di scoprire quale cifra da capogiro varranno i capi della collezione.