BOOK CITY 2018. Lo Stato Sociale e le loro “Storie di bar e periferia”

Istrionici, scanzonati e sopra le righe: così si sono presentati i “reghis” de Lo Stato Sociale all’incontro Storie di bar e periferia, che si è svolto in Triennale venerdì 16 novembre in occasione della settima edizione di BookCity. Sì, perché Lodo, Albi, Checco, Bebo e Carota, oltre a cantare, suonare e occuparsi di teatro e di televisione, hanno anche scritto un libro intitolato Andrea, una graphic novel pubblicato da Feltrinelli Comics e delle cui illustrazioni si è occupato Luca Genovese, presente anche lui all’incontro. Se i cinque bolognesi dimostrano di essere dei veri show men (si prendono in giro, salgono e scendono dal palco per interagire con il pubblico, scherzano tra loro e non stanno fermi un momento), il fumettista è invece timido e introverso, sicuramente poco “lodorroico” ma incisivo ed esaustivo nel rispondere alle domande che gli vengono poste riguardo il suo lavoro: una vera e propria passione che nutre sin dall’infanzia e che da poco lo ha portato ad approcciarsi al digitale perché «la casa è colma di fogli da disegno e non c’è più spazio»
Il mix di soggetti pare aver funzionato: Andrea sembra un libro interessante, introspettivo e autobiografico quanto basta, della cui stesura si è dedicato prevalentemente Bebo e di cui gli autori parlano con entusiasmo. La storia è quella di un uomo sulla quarantina che vive un disagio interiore legato a un passato violento. Gestisce un piccolo bar a Bologna, ma è costretto allo sfratto a causa di alcune iniziative mosse dal Comune. La sua è la vita di “un uomo come tanti”, che ricerca la felicità ma che non riesce a raggiungerla a causa degli eventi che accadono intorno a lui. Il “Bar123” è l’unica finestra che ha sul mondo e sull’Italia, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, che lo spingono a rifuggire dal sociale e a chiudersi in sé stesso. É un personaggio in cui tutti possono riconoscersi, che vive la disillusione di un Paese in cui sembra che le città «non siano di chi le abita ma di chi e possiede». Ad Andrea, fulcro del romanzo, si aggiungono altri personaggi minori che orbitano intorno a lui: Yuri, un ragazzo serbo-bosniaco fuggito dalla guerra e diventato leghista, il padre di Andrea che vive con il figlio un continuo scontro generazionale, e Azzurra, una sorta di “Andrea che ce l’ha fatta”.

Ma il romanzo è prevalentemente un’esperienza agiografica, che come tutto ciò che Lo Stato Sociale ha prodotto è «il figlio della chiacchiera portata avanti da 18 anni». Sì perché, come il frontman della band Lodovico Guenzi tende a sottolineare, Lo Stato Sociale è espressione di un collettivo, una piccola realtà in cui non c’è un leader ma in cui ognuno dà il proprio contributo allo stesso modo e con la stessa rilevanza.
Un bel messaggio con cui l’incontro si conclude, che dimostra quanto al di là di qualsiasi premio o riconoscimento, sia il lavoro di squadra ciò che conta. Un messaggio di ottimismo di cui, magari, anche l’Andrea del loro romanzo si farà portatore. Per saperlo, non basta che correre in libreria!

Alessandra Gennaro