Al Museo della Permanente di Milano, fino al 28 gennaio, sarà aperta la mostra con 165 opere di Utagawa Kuniyoshi, maestro giapponese che ha vissuto nella prima metà del XIX secolo. Si tratta di un’occasione unica per vedere i capolavori di questo artista per la prima volta in assoluto in Italia.
Le opere sono tutte silografie policromie, solitamente in formato rettangolare o a trittico. In giapponese il genere è chiamato ukiyoe, tipo di stampa artistica su carta, impressa con matrici di legno. Questo genere da Kuniyoshi in poi ebbe una grande influenza sulla cultura manga, i film di animazione giapponesi e in generale sulla cultura pop contemporanea.
La mostra e i suoi percorsi tematici
L’esposizione si compone di cinque sezioni, ognuna con una tematica diversa:
- Beltà
- Paesaggi
- Eroi e guerrieri
- Animali e parodie
- Gatti
Kuniyoshi è famoso soprattutto per le opere presenti nella terza sezione, ed è proprio con lui che si afferma in Giappone il genere delle stampe legate ai guerrieri. Molti di questi dipinti sono infatti dedicati agli eroi del romanzo Suikoden (I briganti): si vede narrato un vero e proprio mondo romanzesco, ricco di movimento, immagini fantasiose e a volte un po’ barocche che riempiono tutto il dipinto e vanno osservate con attenzione, perché spesso nascondono particolari negli angoli, nello sfondo o nelle figure stesse. Vediamo eroi, animali fantastici e spaventosi, combattimenti, passione e sofferenza contro le ingiustizie e la corruzione. La forte fisicità degli uomini e il dinamismo delle immagini sono solo alcune delle caratteristiche di uno stile immediatamente riconoscibile, quello stile che ha ispirato manga, tatuatori e disegnatori a livello internazionale.
Per chi non conosce questo maestro o l’arte giapponese in generale, un elemento bizzarro delle opere di Kuniyoshi è la presenza non rara di animali antropomorfi: non solo nella sezione dedicata ai gatti – animali che lui amava e dei quali adorava circondarsi – ma anche nella sezione precedente. L’artista utilizza spesso il mondo animale per rappresentare personaggi famosi, attori kabuki e luoghi noti del tempo, aggirando così la censura.
Kuniyoshi è famoso anche con il nome di “Arcimboldo” del Giappone, perché amava realizzare giochi illusionistici con ombre e figure composite, un suo tocco di classe che ho trovato straordinario: disegna tante piccole figure tutte uguali (siano essi uomini o gatti) per creare una forma che vista a primo impatto rappresenta tutt’altro rispetto alle piccole parti che la compongono. Un’opera di queste che ho apprezzato particolarmente anche per il suo significato è Fa paura ma è veramente una buona persona, che si può trovare qui. Un’altra serie interessante dell’Arcimboldo è la serie delle Figure proiettate, dove lui realizza dei giochi di ombre componendo sulla sinistra della silografia oggetti, figure umane e animali a colori, mentre sulla destra rappresenta l’ombra delle figure in proiezione, dando vita a nuove forme. Un esempio molto carino è Leone cinese, gufo, maschera del demone della gelosia del teatro no, che potete vedere qui.
Stile giapponese, o qualcosa di più?
Nel nostro immaginario, quando pensiamo all’arte orientale pensiamo ad un forte linearismo, colori a campiture piatte, immagini con una scarsa tridimensionalità… Bene, qui Kuniyoshi ci sorprende di nuovo: il maestro dell’ukiyoe attinge molto all’arte occidentale, conservando comunque quelle peculiarità che lo identificano come artista giapponese. Un’interessante fusione che, senza dimenticare il disegno e il linearismo, lo porta a dare una certa volumetria alle sue immagini, a giocare con le ombre tanto nel disegnare le persone quanto le nuvole e il paesaggio.
In definitiva, un artista poliedrico, che sa raccontare avventure di eroi del passato ma anche proverbi e parodie sul mondo a lui contemporaneo, sapendo essere profondo nei significati che mette in ogni sua opera.