VIDEO. Quanto conta nella strategia di comunicazione

Ormai è diventato davvero impossibile non accorgersi dell’importanza del video all’interno del settore della comunicazione. Soprattutto in questi ultimi tempi, in cui in qualsiasi direzione guardiamo, nella semplice quotidianità o nell’ambiente comunicativo, verifichiamo che ne siamo completamente circondati.

Gli utenti che utilizzano video per comunicare nel web, conoscono alla perfezione tutte le loro potenzialità e sono consapevoli di quanto siano di gran lunga più efficaci, a volte, delle immagini o dei testi caricati online. Oggi, il video è sicuramente il mezzo più potente per veicolare un messaggio, che sia un dato pubblicitario, una comunicazione o un’informazione: è diventata un’azione alla portata di tutti, nessuno escluso.

Non è mai stato così facile per le piattaforme svolgere un’attività di comunicazione tanto efficace con i propri utenti, così come non è mai stato così facile per gli utenti comprendere qualcosa di così immediato, di così essenziale nella sua complessità. Già, perché di per sé il video, che altro non è che un’informazione elettronica, non è così semplice: basti pensare ai contenuti di spessore che a volte lo caratterizzano e alle emozioni che riesce a trasmettere. In fondo, però, o almeno a primo impatto, lo percepiamo come semplice e immediato, in grado di semplificare le cose.

Quante volte ci capita di scorrere il pollice sullo schermo del nostro telefono, uno scorrimento che si velocizza quando ci imbattiamo in contenuti che non incontrano il nostro gusto e che invece rallenta quando catalizza particolarmente la nostra attenzione? Colossi come Youtube, passando poi per i social network come Snapchat e Facebook, devono sempre di più il loro successo alla presenza di contenuti video.

A proposito di Facebook, uno degli ultimi trend lanciato dal re dei social Mark Zuckerberg riguarda lo streaming, settore estremamente competitivo, nel quale ha deciso di buttarsi attraverso il lancio di una nuova piattaforma, chiamata Facebook Watch. Questo sistema innovativo non consentirà soltanto la visione di video ma implementerà ancora di più l’interazione tra le persone iscritte. I video caricati saranno più strutturati, incentrati su temi specifici e con una prospettiva stravolta, perché saranno “destinati” a chi manifesterà interesse, saranno contenuti “ad hoc”. Ad oggi, Facebook Watch sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per diventare un temibile concorrente per Youtube, che rimane la piattaforma più grande per la fruizione di video, ma non l’unica, o meglio non più la sola ad essere competitiva sul mercato.

Un dato molto importante è stato rilevato da Cisco: pare infatti che il traffico generato dallo streaming video abbia raggiunto il 73% nel 2013 e, molto probabilmente, arriverà all’82% nel 2021. Un’altra curiosità è che è stata prevista sempre per il 2021, negli Stati Uniti, una spesa totale per lo sviluppo di video digitali pubblicitari che andrà oltre i 22 miliardi di dollari. Una cifra impressionante, come è impressionante la notizia sugli investimenti dei marketer, che nel 2017 sfioreranno i 10 milioni di dollari. Numeri esorbitanti, ma che al contempo sono nettamente giustificati da alcune certezze, tra le quali spicca la crescita esponenziale dei minuti trascorsi a guardare un contenuto video online. Sembrerà banale, ma elementi di questa portata non possono far altro che sollecitare investimenti e progetti in cui è necessario essere al passo con i tempi e con le esigenze degli utenti.

Dopo queste considerazioni, emerge l’indiscussa rilevanza assunta dai video nel mondo del marketing e della comunicazione, ma tale importanza acquisita nel tempo necessita di un lavoro pregresso, basato su competenze specifiche. Insomma, non basta una semplice videocamera affinché il contenuto funzioni e faccia incollare gli occhi degli utenti sullo schermo, non basta improvvisare! Per rendere un video virale serve la creazione di qualcosa che riesca a conquistare un alto numero di visualizzazioni, e quindi qualcosa di qualitativo, di attraente, che riesca a rimanere nella memoria di chi lo guarda. Il video è capace di tante cose: di emozionare attraverso la combinazione di immagini, parole e musica e l’annessa connessione che costruisce con gli utenti; di semplificare la vita degli utenti (basti pensare ai famosi tutorial, e di come siano riusciti a comunicare passaggi complessi in modo inequivocabile attraverso sequenze di immagini); di trasmetterci la personalità dell’azienda che ha deciso di servirsene per costruire e veicolare il messaggio. È così che il video si “personifica”, dotandosi di uno specifico carattere, valori, linguaggio e tono di voce, che non possono far altro che attirare la curiosità di chi, anche solo per sbaglio, si imbatte nella sua visione. Ecco alcune delle ragioni per cui i video sono considerati, ad oggi, il futuro della comunicazione!

Sara Ucci