Il mondo dei social media ha ormai invaso ogni aspetto della vita delle persone. Oggi è facile sentirsi sopraffatti dall’incessante flusso di post e pubblicità e finire per adottare stili di vita che non sono veramente i nostri. È in questo contesto che è entrato in gioco il trend del deinfluencing.
Deinfluencing non implica eliminare completamente i social network dalla propria vita, ma piuttosto è una forma di influencer marketing ribaltata, in cui i creator fanno l’opposto di quello che ci si aspetterebbe da loro: sconsigliano brand o prodotti. Un influencer viene ascoltato proprio perché dice cosa non vale la pena comprare, invece di consigliare costantemente dei prodotti che una persona non potrebbe mai permettersi; per questo molti osservatori ritengono che la viralità di questo trend sia direttamente collegata con l’attuale crisi economica.
In particolare, il fenomeno ha avuto luogo su Tik Tok ed è diventato virale soprattutto tra la GenZ. A inizio 2023 il web si è riempito di video e contenuti in cui gli influencer esprimono liberamente, e senza peli sulla lingua, i loro pensieri sulle ultime tendenze in fatto di moda, beauty, wellness, alimentazione e tanto altro, andando quasi a creare attorno all’hashtag una community.
Questa tendenza è particolarmente utile a sviluppare relazioni di fiducia e a far percepire come autentico il rapporto tra utente e creator; perciò, è particolarmente adatta ai micro influencer. Questi ultimi, infatti, sono caratterizzati da una stretta relazione di fiducia con i propri follower e il deinfluencing permette loro di risultare ancora più credibili e di rafforzare il rapporto fiduciario con la fanbase.
Ad un primo sguardo, il deinfluencing appare come un nuovo approccio alla comunicazione digitale, che cerca di smontare i meccanismi di persuasione alla base dei social network e prova a spingere gli utenti ad adottare delle pratiche di acquisto meno soggette all’influenza esterna e più consapevoli. Sembra perciò essere la risposta al consumismo eccessivo che negli ultimi anni è sempre più favorito sulle piattaforme, ma è davvero così? Oppure è solo un nuovo modo di fare marketing?
Nonostante i creator impieghino i loro profili per sconsigliare al posto di consigliare il loro ruolo di fondo rimane invariato, continuando ad essere una sorta di shopping consultant che detta ciò che vale o meno la pena di essere acquistato dalla loro fanbase. Dopotutto gli influencer hanno un peso non indifferente nelle scelte di consumo. Da un report di Tik Tok è emerso che sulla piattaforma il 65% degli italiani afferma di fare sempre affidamento sulle recensioni online e sui consigli dei creator per decidere cosa acquistare. Il deinfluencing, allora, non è affatto la fine degli influencer, anzi è una parte integrante dell’influencer marketing!
Camilla Ilva Ferrari