INSTAGRAM E ADAM MOSSERI SOTTO ACCUSA: POSSIBILI CONTENUTI DANNOSI PER I GIOVANI

Dopo mesi di esame da parte dei legislatori del Senato Americano su come Facebook e altri social del gruppo Meta influenzino negativamente la salute mentale dei minori, Adam Mosseri, CEO di Instagram., testimonia all’udienza del 8 dicembre dinnanzi al Congresso. 

Tutto inizia ad ottobre, quando l’informatrice ed ex dipendente Facebook Frances Haugen esordisce durante l’audizione al Senato così: «Sono qui perché credo che i prodotti sviluppati da Facebook siano dannosi per i bambini, aumentino le divisioni e indeboliscano la democrazia». 

Le dichiarazioni della manager riguardano essenzialmente gli effetti che le piattaforme come Instagram hanno sugli adolescenti e sulla propagazione di contenuti che incitano all’odio e alla circolazione di Fake News. La Haugen ha inizialmente dato accesso esclusivo ai documenti interni di Facebook  ai giornalisti del Wall Street Journal, i quali hanno avuto la precedenza rispetto ad altre testate sulla consultazione e pubblicazione dei Facebook Files. Questa raccolta di dati dimostra che l’utilizzo delle piattaforme social possono causare nei giovani delle forme di dipendenza e problemi legati all’immagine di sé. 

Di contro, Mosseri, nella seduta tenutasi lo scorso 8 dicembre, ha evidenziato che gli effetti presumibilmente dannosi della sua app non fossero di fatto solo colpa loro, bensì una responsabilità di tutte le piattaforme: «La realtà è che proteggere i giovani online non è responsabilità di una sola azienda».

La sua argomentazione si è dapprima focalizzata sui vantaggi che i social erano in grado di apportare alla salute mentale delle persone, per poi annunciare nuove iniziative, assunte strategicamente il giorno prima dell’udienza, per la tutela dei minori; d’ora in avanti, sarà impedito agli utenti di menzionare nei propri contenuti adolescenti che non seguono il loro profilo e, a partire da marzo 2022, Instagram garantirà dei strumenti per consentire ai genitori di controllare il tempo che i figli trascorrono sull’app e fissarne i limiti. A tal proposito, la piattaforma metterà a disposizione la funzione Take a Break per suggerire agli utenti di “staccare” per un po’ di tempo. Per quanto riguarda invece il controllo dei profili spam o comunque pericolosi per la salvaguardia dei minori, Mosseri si è proposto di attuare una gestione più approfondita delle pagine di contenuti vicini all’odio e alla disinformazione e del riconoscimento degli utenti tramite selfie

Di contro, secondo le dichiarazioni della Haugen, gli algoritmi per diminuire i post di questo genere sarebbero stati tolti da Facebook stesso dopo le elezioni dello scorso novembre. Lo stesso Congresso ha definito questi aggiornamenti underwhelming, ovvero deludenti e inefficaci per affrontare e mettere fine ai problemi di dipendenza correlati ai social. 

Durante il dibattito è emerso come i sistemi di controllo di Instagram non siano capaci di impedire la circolazione di contenuti a favore dei disordini alimentari e di insicurezze legate all’immagine delle persone e al dover apparire necessariamente al “meglio”: sebbene ora il social adotti delle rigide misure per impedire la diffusione di hashtag come “thinspiration”, letteralmente “ispirazione al magro”, chiudendo istantaneamente l’app appena la parola viene digitata nella barra di ricerca e oscurando il numero di like, rimane comunque un dato di fatto che i social non sempre riescono ad intercettare e bloccare i contenuti negativi per i giovani.

Ad oggi, l’udienza ha portato ad una situazione di stallo, dalla quale si attendono però nuovi progetti di legge per salvaguardare maggiormente gli adolescenti dagli effetti dei contenuti di Facebook e del gruppo Meta. Resta pur sempre vero che queste piattaforme, ancora in fase di trasformazione, necessitino di tempo e di sforzi per trovare un corretto sistema regolatorio che ottenga il consenso di tutti attraverso risultati efficaci. 

Aurora Francesca Olivieri