Cosa sanno Google e Facebook di noi? La risposta è data da Rita, la nuova applicazione che si propone di semplificare l’accesso ai propri dati personali, consentendo di leggerli in maniera semplificata e di gestirli al meglio.
Rita, disponibile su App Store dallo scorso marzo, nasce dall’idea di Guglielmo Schenardi e John Arts, entrambi business developer. Al progetto ha lavorato un team composto da sette persone provenienti da ogni parte del globo, ognuna delle quali si è occupata di una specifica attività: sviluppo, esperienza dell’utente, grafica e aspetti legali. I due fondatori sono sempre stati interessati al tema della privacy e della protezione dei dati. L’arrivo nel 2016 della GDPR – General Data Protection Regulation -, la normativa europea in materia di protezione dei dati personali, ha sicuramente fatto fare dei passi da gigante in materia, ma per Schenardi e Arts non era abbastanza. Infatti, riuscire a visualizzare i propri dati e capire cosa le aziende fanno di essi non è così semplice per tutti. Rita nasce proprio per questo: consentire a chiunque di avere il pieno controllo dei propri dati personali su Internet.
Il nome Rita non è altro che l’acronimo di Right To Access, cioè il diritto all’accesso ai propri dati garantito dalla GDPR. Sebbene il suo obiettivo sia quello di recuperare i dati da tutti i principali servizi online, per il momento è rivolta solo a Google e Facebook, i giganti del Web. Ma cosa fa esattamente Rita? A partire dai propri account online, l’app li scarica sullo smartphone e li organizza all’interno di grafici e liste facilmente comprensibili anche da coloro che non hanno dimestichezza con l’informatica.
Tutto questo viene fatto in totale trasparenza, dato che le informazioni vengono salvate in locale, ma l’applicazione non vi accede in alcun modo: l’intento è unicamente quello di consentire un controllo più avanzato dei propri dati, non di certo di tracciare o profilare gli utenti. Il procedimento per scaricare le informazioni all’interno di Rita è molto semplice: non bisogna far altro che selezionare uno dei due servizi al momento disponibili – Google o Facebook – accedendo con le proprie credenziali. In qualche minuto l’app elaborerà la richiesta restituendo una visione chiara e di semplice consultazione.
Per quanto riguarda Facebook, Rita mostrerà tre principali schermate. La prima è Data&Ads, all’interno della quale è indicata una stima del valore monetario dei propri dati per Facebook nel corso dell’ultimo anno, il numero di pubblicità su cui si ha cliccato e la lista delle aziende con cui il social network ha condiviso i dati dell’utente. C’è poi la schermata dedicata al tracciamento, che mostra il numero di volte che si è stati tracciati e tutti i siti web che sono stati visitati inviando informazioni a Facebook. Infine, si trova la schermata della profilazione, che raccoglie tutti gli interessi dei soggetti, quelli che Facebook utilizza per mostrare la pubblicità personalizzata.
Non è stata necessaria Rita per avere accesso a questi dati, che sono sempre stati consultabili anche da Facebook stesso: ciò che cambia è che se sul social network risultano poco intuitivi e difficilmente comprensibili dai meno esperti, e la nuova applicazione è in grado di superare questo limite.
Un’altra funzione di Rita è quella di semplificazione del procedimento di richiesta di rimozione dei dati personali da parte delle aziende che li hanno raccolti – senza autorizzazione – da Google e Facebook. Nell’applicazione è presente una sezione all’interno della quale si potrà limitare l’accesso delle proprie informazioni alle aziende, rimuovere l’iscrizione alle mailing list e personalizzare i propri interessi così da ricevere solo la pubblicità che risulta realmente utile.
Rita è solo all’inizio della sua vita, ma nonostante questo si presenta come un’idea altamente promettente, che potrebbe molto migliorare la gestione dei propri dati online, un problema che esiste e di fronte al quale, spesso, non si sa come comportarsi.