MUSICA IN BASE ALL’UMORE? GRAZIE A SPOTIFY SARÀ POSSIBILE

Ti senti felice? Triste? Annoiato? Malinconico? Per ogni stato d’animo esiste la musica perfetta. Ecco perché la piattaforma musicale Spotify sta sviluppando una nuova funzionalità che permetterà, attraverso un’analisi del tono di voce dell’utente, di suggerire i brani più adatti da ascoltare in ogni momento.

Spotify è il più famoso servizio musicale in streaming a livello mondiale: l’applicazione permette di fruire di migliaia di canzoni da differenti dispositivi, senza dover acquistare un singolo brano o album. L’obiettivo di Spotify è quello di proporre un servizio che possa garantire agli utenti un’esperienza migliore all’interno della piattaforma: proprio per questo motivo tiene traccia ed elabora continuamente i dati degli utilizzatori, così da poterne comprendere a fondo le preferenze e poter offrire un’esperienza che sia il più possibile unica e personalizzata.

Ma tutto questo per Spotify non è abbastanza. Infatti, nel 2018, il colosso musicale svedese fece domanda per un brevetto che gli avrebbe potuto concedere la possibilità di registrare e analizzare il tono di voce degli utenti per assicurare una personalizzazione ancor più precisa, basata sul loro stato d’animo. Il brevetto, denominato Identification of taste attributes from an audio signal, è stato però concesso solo nel gennaio 2021. Già da qualche anno la piattaforma stava lavorando alla costruzione di un questionario che, attraverso delle brevi e semplici domande, sarebbe stato in grado di comprendere l’umore degli utilizzatori dell’app. Tuttavia, grazie al nuovo brevetto, questo passaggio può essere evitato.

Ma come è possibile, per Spotify, riconoscere lo stato d’animo degli ascoltatori? Grazie ad alcuni sofisticati macchinari e sfruttando l’intelligenza artificiale, l’applicazione sarebbe capace di rilevare, attraverso il microfono del dispositivo, il tono di voce e il ritmo delle parole dell’utente, oltre ai suoni circostanti, intuendo così la situazione e lo stato d’animo che egli sta vivendo. A ciò contribuirà un’analisi di dati aggiuntivi quali il sesso, l’età, informazioni demografiche, ma anche i precedenti ascolti musicali del fruitore. L’idea sottesa a questa nuova funzione è che le variabili appena citate possano corrispondere ad alcuni tratti di personalità dei soggetti.  

La funzionalità non è ancora attiva: si pone infatti il problema della privacy e del trattamento e sfruttamento dei dati personali. Per poterla avviare, sarà dunque necessario attendere il consenso da parte delle autorità di ogni singolo paese in cui Spotify viene distribuito.

Appare chiaro che l’intento della piattaforma musicale sia quello di rendere l’esperienza dell’utente migliore grazie a un grado di personalizzazione sempre superiore. La musica, da sempre, è capace di adeguarsi al nostro stato d’animo: grazie a Spotify trovare le canzoni giuste sarà ancora più facile.

Claudia Campanale