MEGLIO FILM O SERIE TV? CARATTERISTICHE A CONFRONTO

C’è bisogno di preferire in modo assoluto l’una o l’altra? No, ma mettendole a confronto riusciamo a comprendere alcuni punti a favore acquisiti, negli ultimi anni, da parte delle serie TV: vediamo perché.

Innanzitutto grazie al binge watching, cioè la possibilità di guardare più episodi di una serie tv uno dopo l’altro senza l’obbligo di dover rispettare appuntamenti fissi a settimana, concesso dalle OTT (Over-the-top) come Netflix, è possibile una visione unitaria ed omogenea. Di questo viene avvantaggiata l’unità narrativa che viene a costituirsi come un unico, ampio e dettagliato film. L’esempio di Dark è emblematico perché la trama, coi suoi balzi temporali nel passato, presente e futuro, necessita di essere seguita attentamente per cui sembra essere fatta apposta per il binge watching.

Infatti se le storie dei film devono rientrare in ovvie limitazioni temporali, le unità narrative delle serie tv hanno modo di svilupparsi lentamente, così come i loro personaggi, simulando una crescita vicina alla realtà. Si pensi a Breaking Bad: l’inizio lento è fondamentale per introdurci il protagonista Walter, un semplicissimo professore di chimica di cui le scelte, a mano a mano, lo portano ad entrare in un mondo fatto di violenza, criminalità e vendita di droga, divenendone il capo indiscusso. Inoltre rimaniamo così incantati dal suo personaggio che, assumendo il suo punto di vista, riusciamo perfino a giustificare le scelte di un sociopatico megalomane e a provare un certo fastidio nei confronti della moglie Skylar che esprime delle preoccupazioni più che legittime in merito al nuovo lavoro del marito. 

Un’analoga immedesimazione profonda in personaggi che il politicamente corretto definirebbe “cattivi esempi” avviene in Bojack Horseman. Il suo carattere scorretto tuttavia risulta decisivo in quanto ci permette di affrontare problematiche comuni – prime tra tutte la scelta continua tra bene e male, e la difficoltà e la voglia di cambiare ed evolversi – attraverso il filtro di una persona egoista e tossica. Assistiamo ad una ricerca continua da parte dell’eroe dell’agognato oggetto del desiderio, il cambiamento: anche qui la definizione psicologica di Bojack, approfondita in 5 stagioni, permettere di immedesimarci e comprendere le dinamiche che avvengono dentro una persona problematica.

Storie e personaggi così articolati e approfonditi ci appassionano e ci permettono di conoscere meglio quest’ultimi. La sceneggiatura di Breaking Bad ha fatto un enorme lavoro sotto questo punto di vista, approfondendo e caratterizzando psicologicamente dei personaggi che hanno reso possibile la realizzazione di uno spin-off acclamato come Better Call Saul. Di quest’ultima serie, addirittura, le prime tre stagioni sono molto lente rispetto alla quarta e alla quinta e raccontano di due personaggi decisivi per Breaking Bad ma avvolti dal mistero: Jimmy (Saul) e Mike. Nonostante le prime tre stagioni siano estremamente lente, la serie non risulta noiosa né delude un pubblico fidelizzato con una conoscenza pregressa di Breaking Bad.

Dunque più la trama è lunga e dettagliata e più si comprenderanno a fondo i personaggi, le loro storie e le loro scelte. Arriviamo a conoscerli quasi come fossero persone vere e, in una parola, ci fidelizziamo: un termine che oggigiorno risulta decisivo in tutti i campi, dal marketing all’imprenditoria ai contenuti mediali. Instaurare delle relazioni di fiducia e affezionamento (che siano nei confronti dei protagonisti di una serie tv o di un brand) assicurano e sanciscono lunga vita ad un prodotto. 

Queste relazioni incidono nelle nostre scelte molto più di quanto crediamo: basti pensare che negli Stati Uniti il successo della serie tv su Netflix La regina degli scacchi ha significato un aumento dell’87% della vendite di scacchiere e del 603% dei libri sugli scacchi, secondo una ricerca condotta dalla NDP Group e riportata da Variety.

A questa fidelizzazione viene data libero sfogo attraverso le fan fiction, cioè dei racconti sui personaggi da parte dei fan, che aumentano il valore del contenuto e una sua lunga vita sugli schermi.

Il contributo dei fan diventa tanto rilevante che a volte può determinare la continuazione di un contenuto mediale: il caso di Veronica Mars è emblematico poiché dopo la cancellazione della serie tv venne aperta una campagna di crowdfunding su Kickstarter per far sì che avesse un finale degno di chiusura. La raccolta fondi superò i 5.7 milioni di dollari in 10 ore e dopo due mesi cominciarono le riprese del film, soddisfacendo le aspettative dei fan. 

Inoltre le piattaforme digitali stimolano la creatività degli utenti che possono cimentarsi nella scrittura e ripresa di contenuti: la serie Freaks di Guglielmo Scilla autoprodotta e pubblicata su Youtube è uno dei primissimi esempi. 

In estrema sintesi si potrebbe dire che le serie tv, per ovvi motivi temporali, possono rispondere più alla curiosità degli spettatori e sono più propense ad instaurare vere e proprie relazioni coi fan fidelizzandoli, assicurandosi una maggiore permanenza sugli schermi. 

Sara Lucà