LA VITA DAVANTI A SÈ

“Ha una vita davanti a sé” è una di quelle frasi di circostanza che si usano quando si vuole dire a qualcuno che ha tutto il tempo per recuperare, per riparare ai suoi errori, per decidere, per riscattarsi. Ed è proprio di riscatto che parla il nuovo film di Edoardo Ponti ,tratto dall’omonimo romanzo di Romain Gary del 1975 e rilasciato su Netflix il 13 novembre scorso. 

La vita davanti a sé è una storia drammatica che narra le vicende di un’anziana donna ebrea, Madame Rosa, sopravvissuta all’Olocausto che decide di ospitare, nella sua casa di Bari, bambini figli di prostitute. 

Tra i ragazzi da lei accolti fa la sua comparsa Momo, un orfano di origini senegalesi e dal carattere difficile che fatica ad instaurare un rapporto con la donna per via della diverse età, etnia e religione. Al ragazzo non piace sottostare le regole e pensa di trovare la libertà e la felicità, che gli sembrano state negate sin dall’infanzia, frequentando persone poco raccomandabili e spacciando per guadagnarsi da vivere. A stravolgere la sua vita, alla fine, sarà proprio Madame Rosa. Nonostante l’iniziale lontananza tra i due, infatti, il dolore che li ha segnati li accomuna e farà sì che tra loro nasca un’intesa profonda.

Il film ha una trama semplice e lineare, senza troppi colpi di scena, ma che certamente riesce a raccontare il valore della diversità e dell’amicizia. Si può dire che il merito del regista Ponti sia stato quello di riuscire a parlare di solitudine, uguaglianza, a tratti di sofferenza, ma anche di sostegno reciproco, di tolleranza e amore. Il tutto in maniera leggera, senza appesantire lo spettatore. Il linguaggio del film è popolare, a tratti volgare, ma mai forzato e spesso accompagnato da silenzi importanti che evidenziano soprattutto i turbamenti interiori dei protagonisti. 

Di grande impatto anche i primi piani che sono dedicati soprattutto al volto dell’anziana Rosa interpretata niente meno che da Sophia Loren. A dieci anni dal suo ultimo film, la Loren è tornata sul set con una carica emotiva ed un’espressività straordinaria che confermano la sua grandezza di attrice. Insieme alla grande icona del cinema italiano, compaiono sul set grandi nomi, tra cui Renato Carpinteri e Massimiliano Rossi, ed alcune interessanti new entry tra cui Ibrahima Gueye, nei panni del piccolo Momo, che ha dimostrato tutta la sua bravura. 

Anche la musica che accompagna il racconto è stata scelta con accuratezza da Gabriel Yared. A sottolineare i momenti di spensieratezza di Momo ci sono canzoni moderne come Vengo dalla Luna dei Maneskin o Milionario di Gué Pequeno. La realizzazione della colonna sonora invece è stata affidata a Diane Warren e Laura Pausini che hanno raccontato, attraverso la loro Io sì (Seen), le tematiche del film. 

Sofia Contini