Nella mattinata del 16 novembre, al dare il via alla settimana più importante dell’industria musicale è stato Gianni Sibilla, direttore didattico del Master in Comunicazione Musicale dell’ALMED, con il corso open knowledge “Le professioni della Comunicazione Musicale” realizzato in occasione della Milano Music Week 2020.
Il primo dei cinque appuntamenti pensati per introdurre i partecipanti nel mondo della comunicazione musicale si è intitolato La comunicazione musicale e gli attori dell’industria, una lezione finalizzata ad illustrare le professionalità e le persone che lavorano per gestire, comunicare e raccontare il prodotto musicale. Tema principale del corso è stato la valorizzazione del lavoro che vi è dietro l’industria musicale con un’importante panoramica sugli attori del settore e le relative professioni nell’ambito della comunicazione.
Si è partito così dal concetto di industria culturale, per andare successivamente ad analizzare i ruoli che intorno ad essa ruotano. Sebbene la definizione “industria culturale” possa vantare negli anni numerose posizioni di pensiero, la riflessione portata avanti dal direttore Gianni Sibilla si è focalizzata sulla delicatezza, ma anche sul paradosso, che investe tale concetto nell’applicazione del termine in ambito musicale. Mentre nell’immaginario collettivo è ancora troppo limitata la capacità di concepire l’ispirazione artistica come prodotto industriale, la musica si configura invece come una vera e propria industria, con sue strutture, routine produttive e finalità commerciali. Il termine commerciale deve quindi essere concepito non in maniera dispregiativa, ma legato al concetto di investimento e di industria con il suo bisogno di generare risorse economiche in grado di assicurare la sua stessa continuità.
Protagonista assoluto dell’industria è l’artista, che con il suo talento e la sua metodologia sviluppa un’idea rilevante. Di altrettanto spessore però anche sono tutte le altre figure, nonché le persone, che lavorano a stretto contatto con l’artista e lo aiutano a sviluppare più accuratamente la propria scintilla. Si crea così un vero e proprio ecosistema dell’industria musicale, formato da cinque attori che lavorano in sinergia fra loro: la discografia, i promoter, i media e le piattaforme.
Mentre la discografia si occupa di registrare, gestire la musica registrata e distribuirla al fine di generare risorse monetarie che consentiranno la continuità produttiva, i promoter costituiscono la parte dell’industria più legata al mondo dei concerti e della musica dal vivo. Il loro compito è quello di organizzare eventi e concerti garantendo la sostenibilità degli stessi, ovvero la loro riproduzione in serie. È il settore più duramente colpito dalla crisi economica generata dal covid-19.
Vi sono poi i media, vetrina fondamentale per la musica, di cui la musica stessa diviene loro contenuto. Essi coesistono e lavorano in sinergia dai tempi dell’esplosione della popular music, che il direttore Gianni Sibilla identifica nella data del 9 settembre 1956, nonché prima apparizione televisiva di Elvis Presley ospite al Sullivan Show. Vero e proprio momento storico che segnerà la trasformazione della popular music e del rock and roll in mainstream.
Gli attori più recenti dell’ecosistema sono le piattaforme che permettono non solo di distribuire e acquistare la musica, ma anche di ascoltarla in streaming, grazie a programmi di abbonamento. Ad oggi, sono tra gli attori più importanti dell’industria musicale poiché, secondo la Fimi solo nel mercato italiano permettono il passaggio di circa l’80% della musica registrata.
Ognuna di queste figure presenta quindi le sue complessità, che possono rappresentare però grandi opportunità per gli appassionati al settore. I singoli ruoli, con le annesse dinamiche produttive, sono stati affrontati ed analizzati nei diversi appuntamenti del corso, inseriti nelle cinque giornate complessive della Milano Musik Week 2020.