Il settore della Comunicazione oggi richiede ai professionisti di ogni generazione di affrontare una sfida nuova ogni giorno: l’evoluzione di cui siamo testimoni è, infatti, sempre più rapida e pulsante. Chiamati con difficoltà sempre crescente a tenere il passo di questi mutamenti, lo scenario che si profila davanti ai professionisti futuri della Comunicazione è quindi tanto entusiasmante quanto, al tempo stesso, spaventoso.
In cuore alla nuova edizione della rassegna libraria Bookcity Milano, si è tenuta il 16 novembre presso l’Unione Grafici di Milano, la presentazione del Libro Bianco delle professioni della Comunicazione 2019, risultato di una lunga ricerca coordinata da ALMED – Alta Scuola di formazione in Media, Spettacolo e Comunicazione –.
I risultati a cui i lavori sono approdati vogliono essere una bussola, nelle parole della prof.ssa Fanchi – Direttore ALMED, docente e coordinatrice CIMO – per chi si approccia al lavoro nel settore della Comunicazione e delle Industrie Creative che ogni giorno si addentrano verso orizzonti e competenze sempre nuovi.
Moderato dalla studentessa Giovanna Maria Vaccaro, l’intervento del Dott. Andrea Delogu – collaboratore della seconda edizione del Libro Bianco, Vice Direttore Generale della Direzione Generale Informazione di Mediaset e Presidente del gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda – è stato in questo senso un’occasione per illuminare le possibilità del settore alla luce delle opportunità che si presentano quotidianamente ma che, soprattutto chi vuole farne lavoro, deve saper accogliere e affrontare nel modo più efficace possibile.
“Ognuno di noi potrebbe a mo’ di pollicino lasciare dei sassolini nei lunghi anni della propria vita, per poi tornare indietro a ritroso, trovare i sassolini e riscoprire che c’era un percorso (casuale) che in effetti ognuno di noi percorre, considerando che ognuno di noi potrebbe essere una specie di Dinasty, Dallas, Sentieri perché ognuno di noi nella sua famiglia ha una storia da raccontare”, ha così esordito.
Una laurea in Giurisprudenza e un master in Economia, Andrea Delogu da giovane attivista moderato del Partito Comunista, al tempo in cui le radio libere iniziavano a trainare una parte vitale dell’informazione – lui stesso fondava con i suoi coetanei intorno ai 17 anni una piccola radio chiamata Studio Novecento – passava poi per le scuole sindacali e l’attività di giornalista pubblicista. Questo prima di approdare al suo primo vero lavoro aziendale, che remava nella direzione opposta alla sua matrice comunicativa ma da cui ha saputo con abile intuizione orientarsi verso la vocazione per la Comunicazione che gli è sempre stata propria. E’ così che, dopo le esperienze in Mondadori e Sandoz, nel 1992 Delogu arrivava a Mediaset e tra il 1997 e il 1998 arrivava ad occuparsi prima della Produzione e poi di Editoria e Informazione.
Ma quindi, com’è cambiata da allora la Comunicazione? E in che modo questi cambiamenti possono essere affrontati ogni giorno in ambito professionale?
“In primis la condizione essenziale è avere sempre dei collaboratori e colleghi che indubbiamente siano migliori di me e se tu vuoi far carriera devi avere delle persone accanto che siano migliori di te in ciascun singolo reparto, settore, funzione aziendale.”
Perché, spiega meglio Delogu, è l’unico modo questo per ridurre quel margine di errore che statisticamente tutti compiamo almeno nel 10-20% delle nostre operazioni. Se fossimo da soli, i nostri “piccoli” errori comprometterebbero tutto il lavoro. È per questo motivo che ad oggi esistono, e continuano ad emergere, figure sempre nuove soprattutto in un settore come quello della comunicazione e dell’informazione che si estende trasversalmente su praticamente ogni area del mercato lavorativo. Cambia quindi che bisogna essere contemporanei, c’è bisogno di “vivere la contemporaneità” attraverso “persone che ti spiegano con la loro esecuzione come cambia il lavoro.”
Il consiglio di Andrea Delogu, quindi, è quello di essere studenti sempre, ogni giorno, anche e forse soprattutto in relazione agli altri.
“Essere studenti significa concentrarsi e leggere per ricordare, leggere per memorizzare, memorizzare per raccontare […] ciò che si apprende va continuamente smontato e rimontato.” Davanti a un mondo veloce come quello della comunicazione oggi, infatti, solo studiando si può essere situazionisti e quindi essere in grado di affrontare lo stress della comunicazione in tempo reale, h24, per la quale qualsiasi comunicatore – su ogni canale, rete e social network – è un potenziale competitor che non conosci. “È un mondo che cambia e che soprattutto mi costringe continuamente a studiare perché altrimenti sono fuori dal mercato.”
In conclusione, perciò, di questo excursus sulla sfida professionale continuamente ridefinita da questo settore, Andrea Delogu suggerisce ai comunicatori di oggi e domani di non portarsi dietro oggetti ma sempre, e indispensabilmente, la consapevolezza del ruolo ovvero “la coscienza della responsabilità che portiamo”, soprattutto come professionisti della Comunicazione.
Il Libro Bianco delle Professioni della Comunicazione 2019, edito da FrancoAngeli, è disponibile gratuitamente per tutti coloro che volessero consultarlo.