Una Lettera 72, due ciotole che contengono rispettivamente un po’ di the aromatico e del cioccolato fondente, un giornale (il Corriere della Sera, nello specifico), un sasso a forma di cuore e le chiavi di un trolley.
Cinque oggetti per raccontare una carriera creativa. Il WunderKit di CasaBASE, la residenza d’artista di BASE Milano, è un format ideato da Giulia Capodieci che serve a ripercorrere la carriera di personalità creative di diverso tipo: da artisti a designer, da architetti a copywriter.
Martedì 28 marzo 2019, ospite del salottino dell’ex Ansaldo è stata Annamaria Testa, una dei più importanti pubblicitari italiani, ma anche saggista, giornalista, consulente e docente universitaria.
La Lettera 72, pesantissima macchina da scrivere degli anni 70, apre l’incontro a CasaBASE. Annamaria Testa inizia a lavorare nel 1974 proprio con questa macchina da scrivere. Entra nel mondo pubblicitario all’età di vent’anni, sulla sua prima Olivetti annota una frase il cui fulcro è l’andare oltre. Infatti, Annamaria spiega al salottino gremito di persone che si può sempre trovare qualcosa di meglio, una riga più precisa, più limpida, più memorabile e più breve. Il perfezionismo e il lavoro di rifinitura che le appartengono sono il collante di questa frase.
A passare sotto la lente d’ingrandimento della memoria sono ora le due ciotole, che contengono rispettivamente del the aromatico e due quadratini di cioccolato fondente e che individuano temporalmente due momenti della scrittura della copywriter: se scrive durante il pomeriggio allora sicuramente sarà accompagnata dal the, se scrive durante la notte sarà allietata dalle note del cioccolato. Parlando del processo di scrittura, osserva: “Scrivo molto lentamente, rileggo più e più volte, levigo la frase fino a quando ha un certo ritmo, fino a quando la voce interiore che legge non ottiene un buon andamento”.
La mattina non scrive, ma si dedica alla lettura: ogni giorno due giornali diversi. L’ultimo periodo è caratterizzato da due giornali, il Corriere della Sera e la Repubblica, ma dice che molto presto cambierà coppia di preferenza per una serie di motivi. Fedele alla versione cartacea, tocca un punto nevralgico dell’informazione al giorno d’oggi, infatti sostiene che la disinformazione che dilaga è dovuta al disordine con cui ci arrivano le notizie tutti i giorni: sui dispositivi elettronici le informazioni ci arrivano senza una gerarchia e ogni articolo risulta uguale all’altro. Caratteristica che viene ovviata dalla pagina di giornale, dove invece le notizie hanno una loro coerenza, un ordine e una gerarchia.
L’oggetto presentato come quarto indica una forza astratta e imprevedibile, la casualità, resa concreta da un sasso a forma di cuore, che aveva casualmente trovato su una spiaggia in Grecia. Tante volte le chiedono come si costruisce un percorso di carriera, lei risponde che gran parte della strada è costituta dal caso. Ci saranno sempre tante deviazioni durante il cammino, dobbiamo essere capaci di coglierle e valorizzarle, perché alla fine tutte le nostre intenzioni si andranno inspiegabilmente ad allineare.
Infine, le chiavi di un trolley. Dice che il viaggio le appartiene e invita noi a viaggiare per il mondo il più possibile, perché il mondo è così piccolo che non ha senso non esplorarlo: più si viaggia, meno si ha paura, meno si è vulnerabili.
Per concludere la serata, Annamaria, rispondendo ad alcune domande degli ospiti, definisce un atto creativo: “È importante essersi preparati prima, ma nel momento in cui il cervello è sottostimolato le associazioni creative si attuano liberamente. Durante il flusso bisogna lasciarsi trasportare, diventare quello che si sta facendo. La creatività non ha intenzione, ma espressione ed energia“.
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