STRANGER THINGS 2: UNA SERIE TV DI BAMBINI MA NON PER BAMBINI

A seguito dell’enorme successo della prima stagione, a ottobre Netflix ha rilasciato l’intera seconda stagione di Stranger Things. È una serie tv ambientata negli anni ottanta che ha per protagonisti i ragazzini di Hawkins, cittadina solo apparentemente tranquilla dell’Indiana (Stati Uniti). La prima stagione si era conclusa lasciando aperte alcune questioni fondamentali della trama e caricando i fan di molte aspettative. La domanda sorge spontanea: queste aspettative sono state soddisfatte?

La prima puntata fornisce subito una risposta, rivelandoci che El è viva e si nasconde in una casa nel bosco da oltre trecento giorni. Will, Mike, Lucas e Dustin sono invece affiancati da una nuova figura femminile: Max, una ragazzina dai capelli rossi appena trasferitasi. Tutta la seconda stagione dunque può essere definita una trepidante attesa della ricongiunzione dei protagonisti, in particolare Mike con El – l’eroina della serie.

Fin da subito si inizia a fare chiarezza anche sul secondo quesito irrisolto: Will è ancora legato al sottosopra? Una questione che si rivela essere centrale nella trama dell’intera stagione e che trova risoluzione solo alla fine.

Dunque, dopo un anno e 3 mesi dalla prima stagione, si può dire che le aspettative dei fan siano state soddisfatte? Per quanto è possibile percepire: sì, lo sono state. Forse grazie anche l’altro livello della tecnica usata. La fotografia si dimostra infatti ancora una volta di alto livello, densa di primi e primissimi piani, dettagli e un’attentissima selezione dei colori. In secondo luogo, si deve rendere merito all’interpretazione dei giovanissimi attori, che nonostante la giovane età, ci regalano un’eccellente performance oltre che forti emozioni.

Inoltre, sebbene calate in un contesto “infantile”, vengono valorizzate tematiche di una certa importanza:  la gelosia, la menzogna e l’abbandono. Quest’ultima in particolare è il motore dell’intera stagione, ciò che dà a Eleven la forza di affrontare ciò che le succede, di far uscire al meglio tutti i suoi poteri e in questo modo di aiutare i suoi amici a sconfiggere il male. Infine ciò che traspare da questa seconda stagione, in perfetta continuità con la prima, è che l’amicizia che lega i protagonisti è più forte di tutto: delle bugie, dei segreti, delle proprie origini, e a dimostrazione di ciò El lascia la “sorella” appena conosciuta, con la quale condivide sia i poteri che un passato carico di dolore, per onorare il legame di amicizia con i ragazzi di Hawkins.

È proprio valsa l’attesa per un seguito denso di significato e di emozioni, a riprova del fatto che anche dei piccoli possono interpretare dei grandi personaggi.

Giorgia Cestariolo

Un pensiero su “STRANGER THINGS 2: UNA SERIE TV DI BAMBINI MA NON PER BAMBINI

I commenti sono chiusi.