We are #glocal16: le novità del festival del giornalismo più curioso, libero e divertente

Curiosità, passione e condivisione. Quali parole potrebbero descrivere meglio la quinta edizione del festival GlocalNews? A Varese, per quattro giorni, dal 17 al 24 novembre 2016. Un festival dedicato al giornalismo locale e globale, e non solo. Una grande festa per gli studenti universitari che sono riusciti, insieme al team social media, a rendere #glocal16 già “trend topics” sul Twitter. Primo giorno, primo successo. Un inizio che ha voluto fin da subito osservare la deontologia e le norme che regolano il lavoro del giornalista, tramite un incontro condotto da Michele Mancino. Un dibattito sui diritti e sulla libertà di stampa che ha suscitato fondamentali riflessioni. Ma al GlocalNews non si smette mai di essere curiosi e si passa da questioni istituzionali ad argomenti rappresentati da ragione e sentimento.

glocal-foto-3Si parla del cambiamento della comunicazione di un ufficio stampa. Più cuore che prassi. Il mondo cambia e con esso il modo di comunicare.  Con la rivoluzione digitale, la stesura di un comunicato stampa si è trasformata in un vero e proprio storytelling. Per Davide Cionfrini, responsabile ufficio stampa Unione degli Industriali della Provincia di Varese, non è più l’azienda che compie il suo trentesimo anniversario a fare notizia, bensì la storia di un imprenditore che cede le proprie quote ai suoi dipendenti. Bisogna dare valore a quello che interessa realmente alle persone. Diventa fondamentale capire la domanda e non più soltanto quello che l’azienda ha lo scopo di comunicare.

Secondo Daniele Chieffi, giornalista e social media manager Eni, il pubblico è cambiato. Non c’è più un pubblico composto da soli giornalisti, c’è il pubblico fatto di persone che non si nascondono. E forse è proprio questo il bello dei social. “La rete riesce a porre tutti allo stesso livello e questo rappresenta possibilità, stimolo, vantaggio ma anche un pericolo” spiega Chieffi. Per essere costantemente presenti in rete bisogna anche cambiare un po’ la propria prospettiva. I giornalisti devono essere anche un po’ influencer – dice Luca Alagna, consulente comunicazione social Confindustria. Tutto ciò porta ad una delle domande più entusiasmanti dell’incontro. I giornalisti come riescono a gestire la responglocal-2sabilità “social”? Non è semplice. E’ difficile da gestire, non si hanno più delle gabbie di riferimento in cui essere al sicuro. In un ecosistema in cui non si agisce solo con regole di tipo tecnico, è importante saper interpretare soprattutto la psicologia degli interlocutori. Per esempio, con il primo post su Facebook sui famosi gattini, Eni ha scatenato una crises communication. Un post in cui si decide di prendersi in giro con un video un po’ epico può essere un problema per il pubblico e può scatenare una reazione. Paolo Costa, responsabile ufficio stampa del Consiglio Regionale della Lombardia, dice: “Dire la frase – il mio patrono è il cittadino- sarebbe come vivere nel mondo delle favole”.

glocal-foto-2Si deve seguire una linea editoriale ben precisa considerando anche l’immagine del cittadino che segue con costanza. Lavorare in un ufficio stampa non è solo il sinonimo di responsabilità, ma anche di libertà. E perché non aggiungere un po’ di divertimento!

CIMOreporter – Carmela Trabacco