In ottica pubblicitaria, il Festival di Sanremo è considerato un po’ il Super Bowl in chiave nostrana. Secondo Rai Pubblicità, per un giro d’affari di circa 50 milioni di euro, la settantatreesima edizione del Festival di Sanremo riuscirà a battere di gran lunga gli introiti pubblicitari ricavati dalla precedente edizione del 2022, circa 42 milioni di euro.
Proprio come il Super Bowl americano, Sanremo si conferma da sempre la più grande vetrina di visibilità per i brand che hanno a disposizione uno spazio mediatico unico all’interno del panorama pubblicitario italiano. Le aziende hanno infatti la possibilità di mettersi in gioco, lanciando spot inediti e campagne pubblicitarie divertenti e coinvolgenti. La responsabilità è tanta, ma se si riesce a raggiungere il proprio scopo, il gioco è fatto. Basti pensare che uno spot di appena 30 secondi costa circa 95mila euro, insomma, conviene avere delle idee davvero memorabili.
Un esempio di successo è sicuramente la campagna pubblicitaria “tudum” di Netflix, andata in onda durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo. Netflix nel suo spot è riuscita a mostrare vari momenti di vita quotidiana che potrebbero dare il via proprio ad un film: il primo riguarda una signora in una stazione, che sente improvvisamente squillare un telefono pubblico; nel secondo, abbiamo due donne che durante un temporale si ritrovano in casa senza corrente elettrica; infine, abbiamo un padre e una figlia che si perdono nel bosco. Dopo ogni scena, parte il suono tipico dell’inizio dei prodotti mediali di Netflix, proprio il “tudum”, breve, ma sufficientemente intenso da catturare l’attenzione del pubblico. D’altronde questo è l’effetto che Netflix voleva ottenere.
L’azienda è riuscita così a sfruttare al massimo la vetrina che è Sanremo, riuscendo a conciliare un proprio tratto distintivo con il riconoscimento in prima persona da parte del consumatore. Dando vita a un mix strategico fatto di tanta creatività e celebrazione dello spettatore.
Del resto, l’obiettivo di tutte le campagne pubblicitarie è proprio questo: trovare l’insight giusto. Un aspetto in cui gli spettatori si riconoscono, si identificano, nel quale trovano un senso di appartenenza nel dire “è proprio quello che mi succede ogni giorno” o “è proprio così che mi sento”. Possiamo definirlo come una rivelazione che riesce ad accendere la creatività e permette di fare campagne comunicative di forte impatto.
In sintesi, le sfide comunicative e pubblicitarie sono sempre di più, soprattutto in un contesto come quello di Sanremo, dove non basta avere una buona pubblicità ma bisogna lasciare il segno!
Non solo pubblicità: i brand partecipano al Fanta Sanremo
Da quest’anno, i brand italiani non sono più concentrati solo sui classici spot pubblicitari negli intervalli sanremesi, ma prendono parte a nuovi progetti e sono aperti a nuove sfide, come quella del FantaSanremo: una gara parallela nata nel 2020 come un “gioco da bar” online ma che già oggi conta circa 1 milione di giocatori.
Oggi, anche i brand giocano al Fanta Sanremo. Nelle logiche del gioco, infatti, si sono inseriti alcuni marchi, tra cui Pandora, Lavazza, Crodino e Philadelphia. Aziende che fanno da sponsor e partner al gioco, ma che hanno anche creato le loro leghe personalizzate lanciando alcune sfide agli spettatori in cui è possibile giocare e vincere premi proprio con gli stessi brand.
Sanremo non è più solo musica
Insomma, Sanremo è sicuramente il festival della canzone italiana ma sempre di più si conferma anche il festival dei brand e delle campagne pubblicitarie. L’anno scorso Netflix insieme a Disney, Spotify e Costa Crociere è stato tra i brand più discussi e acclamati, e quest’anno invece, di chi si parlerà?
Sicuramente l’attenzione del mondo pubblicitario è molto concentrata su questo evento e noi abbiamo aspettative altissime per questa nuova edizione. Non vediamo l’ora di sapere quali saranno i brand che lanceranno le migliori campagne pubblicitarie.