«Lavoro nell’arte e arte come lavoro» è il nome dato all’evento tenutosi il 5 dicembre 2022 presso l’arena dello studio di Phyd – una piattaforma online nata per aiutare le persone ad ampliare le proprie competenze e a scoprirne di nuove – per poter parlare e confrontarsi sulle nuove possibilità professionali offerte dal mondo dell’arte.
Noi Cimers abbiamo avuto la possibilità di interfacciarsi con diverse personalità, ospiti dell’evento, che lavorano in diversi ambiti nel campo dell’arte e abbiamo chiesto loro come hanno intrapreso il percorso di artisti e come si sono fatti strada in questo settore.
A termine del talk abbiamo intervistato Smoe, artista professionista di Street art e urban art, ospite di Phyd, che ci ha raccontato un po’ circa la sua carriera.
Come è nata la passione per i murales?
«La mia passione è nata nel 1997 quando a dodici anni ho iniziato a fare i primi passi nel writing iniziando a dipingere con le bombolette spray e facendo lettere, poi da lì ho continuato e non ho mai smesso arrivando ad oggi a farne il mio lavoro creando il mio studio e il mio brand. Adesso mi commissionano opere importanti su muri molto grandi.»
Sei diventato sin da subito un artista o c’è stato un processo che ti ha portato sin qui?
«È stato un processo lungo nel quale ho anche studiato, infatti io sono laureato in architettura, un mondo, quello del design e dei progetti architettonici, nel quale non sono mai entrato, ma che mi è servito molto per il lavoro che faccio oggi. Ho sempre dipinto e ho sempre disegnato provando tecniche sempre diverse e poi ho deciso di farne un lavoro. Dopo essere tonato da un viaggio in Spagna nel 2014, mi sono trasferito a Milano e proprio da questa città ho lanciato il mio brand.»
In quali progetti sei stato coinvolto sino ad ora e che importanza ha avuto viaggiare?
«I progetti sono molti e tutti diversi, ho fatto tanti lavori al sud, terra di cui sono originario, ho collaborato alla Traviata di Vittorio Sgarbi nel 2018 ad esempio. Poi ho deciso di partire per l’Australia, dove ho vissuto un anno, per continuare a sperimentare e confrontarmi con altri artisti. Decisi di andare a Melbourne perché è una delle cinque capitali della Street art mondiale. Volevo viaggiare per vedere cosa offrisse il mondo per poter sperimentare e trovare idee nuove. È stato sicuramente formativo dal punto di vista artistico ma mi ha arricchito moltissimo anche dal punto di vista umano, ho conosciuto la cultura e gli artisti locali, ma anche artisti internazionali che, come me, erano lì per mettersi alla prova.»
Parlaci un po’ del tuo ultimo grande progetto
«Il grande murales “Necesse”, inaugurato a giugno 2021, un muro di 1.300 mq, che fa parte di un grande progetto di riqualificazione urbana, si trova a Milano in zona Certosa ed è un omaggio a tutti coloro che hanno mantenuto la società attiva anche durante la pandemia, un omaggio all’uomo capace di resistere in condizioni di emergenza.
Inés Solustri