RINNOVAMENTO DELLA SERIALITÀ ITALIANA: IL FENOMENO DI MARE FUORI

Mare fuori è una giovane serie di successo tutta italiana. Prodotta dai Rai Fiction e Picomedia, è ambientata a Napoli, città che ha creato il setting ideale per i prodotti audiovisivi autoctoni più popolari degli ultimi anni.

Se oggi scala le classifiche delle serie tv più viste del momento, va ricordato, però, che la seconda stagione, quando è andata in onda sulla Rai, ha avuto un numero di telespettatori così basso che ci si chiede che cosa cattura il suo pubblico adesso.

Sicuramente l’arrivo su Netflix ha dato alla serie uno spazio fertile nel quale crescere: basta pensare a come la piattaforma, la cui forza sta molto nell’affidabilità che trasmette agli spettatori, riesce a dare una sorta di “certificazione” ai prodotti, rendendoli agli occhi esterni, validi e degni di essere visti.

Questo, però, non basta a rendere la storia dei ragazzi dell’IPM di Napoli un fenomeno così virale. Le ragioni, infatti, vanno ricercate a monte, in un rinnovamento degli ultimi decenni a cui è andata incontro tutta la serialità del nostro paese.

Casi di successo che ci hanno portati al di fuori dei confini nazionali sono senz’altro Gomorra, al quale forse un po’ riprende per l’ambientazione e il linguaggio, I Medici, Il commissario Montalbano, Romanzo Criminale e anche The Young Pope (facilitato forse perché vanta un regista del calibro di Sorrentino e un protagonista di punta come Jude Law).

Questi nomi sono in circolazione già da tempo ormai; la vera rivoluzione, invece, sta negli ultimi prodotti usciti (non a caso dopo l’arrivo di Netflix in Italia, che ha dato una grande spinta alla produzione locale e una guida per avvicinarsi al modello americano).

Suburra, L’amica geniale, Baby, SKAM, Summertime e l’originalissimo Strappare lungo i bordi, sono solo alcuni dei titoli che hanno avuto un’ampia risonanza negli ultimi anni.

Cosa li accomuna a Mare Fuori e tra loro? In primo luogo, utilizzano tutti un linguaggio giovane, che parla ai ragazzi di oggi e usa i ragazzi, mettendoli al centro di storie d’amore, di amicizia, tradimento e lealtà. Si assiste a uno svecchiamento generale dei soggetti in scena e davanti allo schermo.

In seconda battuta va menzionata l’importanza data agli antieroi che spesso diventano i nuovi protagonisti: più simili a noi perché fragili, insicuri ma al tempo stesso testardi, che sbagliano ma a cui troviamo sempre quel margine di comprensione dell’errore commesso (che un po’ ce li fa prendere a cuore).

Inoltre, affrontano tematiche più attuali e forse prima taciute: per esempio la prostituzione in Baby, l’inettitudine profonda e l’elaborazione di un lutto in Strappare lungo i bordi, la corruzione della chiesa con The Young Pope, la temuta e sempre discussa mafia in Suburra ma già prima in Gomorra e Romanzo Criminale.

Anche Mare fuori, di primo acchito, potrebbe sembrare la solita storia di criminalità e malavita partenopea, ma in realtà va oltre: indaga gli animi dei giovani personaggi, ci fa conoscere le ragioni dietro alla storia di ognuno (e spesso arriviamo a empatizzare con loro) e lo fa in modo estremamente crudo, violento ma, anche per questo, di forte impatto emotivo. In fin dei conti un po’ come Napoli: o la ami o la odi.

Carlotta Di Pasquale