FASHION E GAMING: UN NUOVO MONDO IN ESPANSIONE

In un mondo in cui “convergenza” è la parola d’ordine, anche la moda è diventata un gioco, ovvero, si è avvicinata sempre di più al mondo del gaming. Questo legame tra i due mondi è stato del tutto inaspettato: si è spesso sentito parlare di e-game e e-sport, ma il fashion gaming è qualcosa di ancora sconosciuto ai più.

Nel lontano 2018 arriva a Seul il primo pop up arcade di Chanel, il Coco Games Center. Il pop up della Maison francese riporta in vita i giochi anni Settanta e Ottanta e permette al visitatore di giocare e scoprire i segreti beauty di Chanel. I protagonisti del gioco sono i prodotti chiave della Maison e alcuni di essi si possono vincere. Il brand, in questo modo, voleva avvicinare un pubblico giovane.

Le innovazioni del mondo del fashion gaming hanno subito una battuta d’arresto nel 2020, quando, a seguito della pandemia da Covid-19, il mondo della moda ha dovuto reinventarsi, partendo dalla riconversione delle produzioni e arrivando all’organizzazione di eventi digital per le sfilate che avevano la necessità di essere svolte da remoto in modo tale da salvaguardare la sicurezza di tutti.

Così, nel 2020, è nata la prima sfilata collettiva in game che aveva come protagonisti volti noti del gaming: i personaggi di Animal Crossing New Horizons, un gioco uscito in pieno lockdown che ha visto nelle restrizioni una vera e propria fortuna poiché sono state più di 13 milioni le copie acquistate. I personaggi di Animal Crossing in quel periodo erano i modelli perfetti e la loro vita rispecchiava quella di molti di noi: in casa, i personaggi si dedicano alle loro passioni, comprano vestiti e fanno shopping con un click. Non è stato un caso che siano diventati modelli molto ambiti: Valentino, Chanel e GCDS hanno gareggiato per vestirli e creare outfit virtuali. Questo è stato solo uno dei tanti casi: per esempio, Louis Vuitton veste i personaggi di League of Legends, Moschino quelli di The Sims. Solo a posteriori possiamo ammettere che il doversi reinventare e riorganizzare i propri eventi sul digital ha dato una spinta non indifferente al settore e l’ha avvicinato a chiunque possieda uno smartphone: i brand del lusso mantengono il loro posizionamento ma diventano meno esclusivi, la fruizione dei loro contenuti è accessibile a tutti.

Ma perché collaborare con dei videogiochi quando si può creare il proprio? Ed è così che Gucci ha deciso di aggiungere la sezione Arcade nella sua app, i cui giochi si ispirano agli anni Settanta e Ottanta. La sezione riprende la sigla del brand “GG” anche se in questo caso non si vuole citare in nessun modo la Maison, ma piuttosto augurare ai giocatori un “Good Game”. I giochi hanno una grafica vintage e presentano elementi riconoscibili e riconducibili alla Maison. Tra i giochi troviamo Gucci Bee che ha come protagonista un’ape intrappolata in un labirinto che va aiutata a liberarsi superando tre livelli, mentre Gucci Ace, invece, consiste in una partita di ping-pong su tre livelli. La Maison ha deciso di utilizzare questo canale anche per promuovere i suoi prodotti, come nel caso del profumo “Gucci Bloom”. Il gioco ispirato al profumo permette al giocatore di scegliere uno dei testimonial come personaggio di gioco e successivamente portarlo in giro per il labirinto a raccogliere fiori da far sbocciare.

Veronica Minardi