Ora è possibile aggiungere dyslexic thinking alla lista di skills che sono presenti su ogni profilo LinkedIn. Inoltre, la definizione di questo termine è stata anche aggiunta sul sito web dictionary.com. Tutto ciò grazie ad una campagna del brand Virgin e del suo fondatore Richard Branson, in collaborazione con l’organizzazione non profit Made by Dyslexia.
La dislessia rientra tra i DSA, ossia i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e corrisponde ad un disturbo della lettura, che rende più complicato decodificare, e quindi comprendere, un testo. Attraverso la campagna Dyslexic Thinking, però, la dislessia viene presentata come una capacità in più che può contraddistinguere un individuo. Nello spot, infatti, vengono trasmesse le testimonianze di alcune persone dislessiche che spiegano come questa loro caratteristica si sia rivelata utile in alcune situazione.
Lo stesso Richard Branson, ad oggi imprenditore di successo, afferma nel video che la dislessia gli ha permesso di vedere delle soluzioni dove altri vedevano solo problemi. La dislessia gli ha dato la possibilità di sognare in grande e puntare all’innovazione. La seconda testimonianza è quella della dottoressa Maggie Aderin-Pocock, che spiega come la dislessia l’abbia aiutata nella ricerca scientifica, grazie alla capacità di semplificare idee complesse trasformandole in storie. Successivamente, è Tori Cadogan, della rivista britannica Tatler, a raccontare la sua esperienza: la dislessia le ha insegnato a tralasciare i dettagli irrilevanti, per trasmettere messaggi chiari e concisi ai propri lettori. La quarta testimonianza, invece, vede come protagonista Nick Jones, fondatore di Soho House, che ribadisce il fatto di aver imparato a pensare in modo più semplice grazie alla dislessia. Una testimonianza che attira l’attenzione è poi quella di Omari McQueen, fondatore di Dipalicious e giovane chef televisivo, che afferma che la dislessia è di aiuto nell’immaginare e creare nuove ricette.
Il video si conclude poi mostrando una serie di personaggi famosi, che soffrono di dislessia, mentre pronunciano la seguente frase: «I’m Made by Dyslexia». Tra di loro riconosciamo Orlando Bloom, Keira Knightley, Darcey Bussell e Chris Robshaw.
Dalla condivisione di tutte queste esperienze, quindi, emerge un’idea della dislessia come una capacità di ragionamento e uno stimolo alla creatività. La campagna Dyslexic Thinking si pone infatti l’obiettivo di agire sull’immagine della dislessia, nel tentativo di contrastare l’idea negativa che spesso traspare e con la volontà di incoraggiare le persone affette da dislessia a dichiararlo con orgoglio, iniziando a considerarla come una caratteristica aggiuntiva, una nuova skill appunto, e non più come un difetto o un problema.