2022 E I TREND DI COMUNICAZIONE: HA ANCORA SENSO RINCORRERLI?

«You’re never going to kill storytelling, because it’s built into the human plan. We come with it.» (Margaret Atwood)

La magia delle storie ha sempre avuto il potere di incantare l’essere umano. Costruire racconti coinvolgenti e significativi è diventata presto una delle armi vincenti con cui i brand mirano a entrare nel cuore dei consumatori. E mentre il mondo corre per diventare sempre più complesso, gli esperti della comunicazione si interrogano su quali siano le storie da raccontare, quali le levi da attivare per risultare credibili e rilevanti.

È chiaro ormai come sia impossibile definire un percorso preciso da seguire, la realtà muta troppo velocemente in modi che spesso fatichiamo a comprendere pienamente. Scovare alcuni elementi in grado di fornire una bussola è però necessario. Quali sono le fondamenta su cui costruire le narrazioni che daranno forma al 2022?

Pensare con un mindset strategico presuppone la consapevolezza di abbracciare l’imprevedibilità. Se fino ad adesso l’ascolto dei consumatori è stata il perno delle strategie di comunicazione, nel 2022 i brand devono mettere in pratica quanto appreso e dargli concretezza con azioni tangibili. È fondamentale agire. Saturi da due anni in emergenza sanitaria, gli individui hanno urgente bisogno di serenità. Questo è quanto scoperto da una ricerca di Shutterstock in cui emergono i colori che saranno dominanti nelle pubblicità: tonalità tenui, minimaliste e morbide.

L’innovazione tecnologica continua ad accelerare in soluzioni che vedono il trionfo dell’on-life, la fusione tra realtà e vita virtuale che prende forma nel metauniverso. Sfruttare la tecnologia non solo per analizzare i nuovi comportamenti, ma soprattutto per solidificare la relazione tra brand e individuo. Relazione che rimane la chiave fondamentale per qualsiasi azienda.

Mentre l’argomento privacy continua a intrigarsi, i consumatori vogliono comprendere la realtà senza cadere in una eccessiva semplificazione. La qualità del contenuto sale sul podio delle tattiche vincenti. Al suo fianco l’omnicanalità. Il brand deve conoscere come ci si muove in ogni canale, quali implicite regole comunicative vigono, quali comportamenti vengono premiati, il tutto per mimetizzarsi perfettamente.

Tik Tok rimarrà il leader indiscusso tra i social media, i meme continueranno a regnare, mentre il primo Instagram Trend Report svela con quali trend la Generazione Z plasmerà la cultura nel prossimo anno.  Al centro l’attenzione dei giovani verso i temi sociali e ambientali. I canali social si ibrideranno sempre più con gli e-commerce, mentre i social influencer continueranno a giocare un ruolo chiave all’interno del panorama degli opinion leader.

Infine, una sfera protagonista di importanti cambiamenti è quella lavorativa. La pandemia ha costretto milioni di lavoratori a lavorare da remoto. Dopo un inizio burrascoso, oggi si intravedono le potenzialità di questa opzione. Peccato che non tutti le abbiamo intraviste. Con l’accelerata della campagna vaccinale c’è ancora chi spera di tornare a costringere i lavoratori a stare in un ufficio per 8 ore al giorno. Come se dopo tutto si potesse tornare a vivere esattamente come prima. L’ottuso rifiuto di una nuova realtà. Non è solo una questione di luogo, è la mentalità alla base del lavoro ad essere cambiata. I giovani non vedono il lavoro come unico sacro obiettivo della vita, non vogliono vivere dedicandosi unicamente ad esso. Persino la retribuzione passa in secondo piano. L’idea stessa di carriera di successo inizia a vacillare. Le aziende non possono ignorare questo fenomeno.

Fenomeni che è necessario conoscere, ma che allo stesso tempo non danno certezze o stabilità. È l’unico modo che conosciamo per approcciarci alla realtà: analizzarla, cercare di ridurne la complessità. Ma è davvero la strada migliore da intraprendere per creare una comunicazione di successo?

Noemi Melis