Nonostante si tratti di un termine d’uso comune e di una questione sotto l’occhio dei riflettori mediatici, in particolare in un momento storico così delicato come quello attuale, siamo davvero certi di sapere che cosa sia una crisi e di come questa vada affrontata?
Qualche giorno fa, grazie alla preziosa collaborazione tra Brandforum.it e il corso di laurea magistrale CIMO, abbiamo dato avvio alle interviste d’autore. Abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di incontrare Andrea Polo, dal 2009 alla guida dell’ufficio relazioni esterne di Facile.it, guest teacher di molti corsi universitari e autore di Crisis Therapy (Il Sole 24 ORE, 2021).
Volutamente collocato a metà strada tra un manuale accademico e un saggio, il libro si rivolge, attraverso un linguaggio chiaro e scorrevole, a chiunque sia alla ricerca di una lettura leggera ma non banale, da cui poter trarre spunti di riflessione interessanti e un bagaglio di conoscenze utili a costruire la propria “cassetta degli attrezzi” da adoperare all’occorrenza.
Rileggere con uno sguardo più maturo e allenato situazioni vissute in precedenza, sia da protagonista sia da spettatore, ha offerto all’autore l’opportunità di evidenziare come la comunicazione abbia rappresentato in passato e continui ad essere tutt’oggi un’ancora di salvezza, una mano tesa che possiamo stringere in caso di necessità.
L’autore estende l’oggetto della propria indagine alle organizzazioni, questo perché le crisi non interessano solo le aziende, ma possono riguardare anche le relazioni amicali, così come quelle familiari, ciascuna delle quali inevitabilmente, prima o poi, andrà incontro a momenti d’incertezza, che richiederanno di essere affrontati tempestivamente per poter essere superati.
Nel ripercorrere alcuni dei casi che hanno fatto la storia della comunicazione di crisi, Polo ci racconta con onestà alcuni aneddoti della sua ormai ventennale esperienza professionale, riconoscendo l’importanza di saper gioire dei traguardi raggiunti ma anche di essere in grado di analizzare criticamente ciò che non è andato come avremmo auspicato.
Vivere con serenità gli errori non significa affatto essere superficiali o improvvisare, ma riconoscere in essi l’opportunitàdi poter trasformare la difficoltà in un’occasione di crescita per tutte le parti interessate.
Quello che possiamo fare, come professionisti e soprattutto come persone, è non sottovalutare mai i campanelli d’allarme: prepararsi all’arrivo di una crisi permette, infatti, di affrontarla con maggiore serenità, consapevoli del fatto che un lavoro di squadra preciso e tempestivo, in cui le parti coinvolte siano in grado di operare sinergicamente, ci consente di uscire dal turbine negativo all’interno del quale siamo immersi o, più auspicabilmente, di spegnere sul nascere l’incendio.
Quale consiglio dare allora alla prossima generazione di comunicatori? Quello di essere in primo luogo sinceri, verso sé stessi e nei confronti degli altri, di saper accettare l’aiuto offertoci, consci del fatto che il fallimento sia parte integrante delle nostre vite ma che, se fronteggiato con consapevolezza, possa servire a imparare e a migliorarci, ripartendo più forti di prima.