Le scorse settimane è andata in onda Màkari, fiction di casa Rai ambientata tra le bellezze e i paesaggi della Sicilia occidentale (e non solo). La sua particolarità? Interamente girata secondo protocolli anti-Covid, la serie televisiva diretta da Michele Soavi è stata distribuita su Rai 1 in un momento molto delicato della pandemia. Con l’Italia in rosso e arancione, questa produzione ha offerto agli italiani una visione di speranza e la possibilità di “viaggiare” con la mente.
San Vito lo Capo, Scopello, Trapani, Marsala e, ovviamente, Macari. Sono questi i luoghi siciliani diventati set della serie, prodotta da Palomar e Rai Fiction e tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri. Il protagonista è l’attore siciliano Claudio Gioè, che racconta la storia di Saverio Lamanna, giornalista che ricopre i panni di un detective per casualità dopo essere rientrato nella casa di famiglia a Macari.
Il borgo marinaro siciliano Macari si trova nella punta estrema della Sicilia e si estende lungo la costa nord-orientale, formando l’omonimo golfo su cui si affaccia il Monte Cofano – con il quale forma la Riserva naturale orientata Monte Cofano.
Tra i paesaggi più belli ci sono quelli di San Vito Lo Capo, probabilmente meta più conosciuta della zona, con oltre 45 chilometri di costa con spiagge e riserve naturali incontaminate, come la Riserva naturale orientata dello Zingaro; troviamo anche Scopello e la sua Tonnara, e tra le calette di pietre e scogli, la costa di Cala Mosca, Cala Baialuce e Cala Mazzo di Sciacca. E poi ancora Castellammare del Golfo, con il Tempio di Segesta che – nonostante i suoi 2400 anni di vita – continua ad affascinare per la sua armonia e la sua imponenza e Marsala, con il suo arcipelago delle Isole dello Stagnone e le sue saline decretate dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) luogo del cuore e modello di saliturismo, dove si possono fare tour ed esperienze come raccogliere il sale e visitare i luoghi in bicicletta. C’è spazio anche per la Scala dei Turchi nell’agrigentino e per le riprese a Ragusa, storica patria del Barocco siciliano, un richiamo alle avventure de Il Commissario Montalbano.
La validità della fiction risiede nella capacità di mostrare in modo leggero e moderno una Sicilia vera e priva di stereotipi e cliché. Il punto di forza risiede sicuramente nei meravigliosi paesaggi dell’isola, le cui bellezze sono state in vetrina su Rai 1 nel corso delle quattro puntate. La miniserie ha ottenuto un successo oltre le aspettative – con un record di ascolti in prima serata (in particolare l’ultima puntata, che ha registrato uno share del 26,33% e oltre 6,4 milioni di telespettatori). Il finale aperto e il boom di ascolti fanno sperare i fan in una seconda e (magari) terza stagione – visto che restano ancora altri due romanzi dello scrittore da cui partire.
Il successo della miniserie dimostra la voglia degli italiani di scoprire e viaggiare e l’interesse verso quello che il regista ha definito un genere nuovo, che al noir e all’humor inglese del romanzo, aggiunge elementi “di commedia e melò, con punte di grottesco”.
Per la realizzazione della fiction, girata tra agosto e dicembre 2020, sono stati seguiti rigidi protocolli anti-Covid – frequenti tamponi per tutti i lavoratori sul set, oltre a una Covid manager) e per la scenografia ha dato il suo contributo anche la Trapani Film Commission – ente non profit che si occupa di individuare le location perfette per i set cinematografici.
Adesso, i fan possono solo sperare in una seconda stagione per ammirare i paesaggi mozzafiato della Sicilia, a meno che (sempre se, in futuro, la situazione sanitaria lo permetterà) decidano di preparare le valigie, alla scoperta dei luoghi del caratteristico set cinematografico.