MALCOLM & MARIE: UN FILM GIRATO DURANTE LA PANDEMIA

Malcom & Marie è un film del 2021 distribuito da Netflix, ad opera di Sam Levinson. È il primo lungometraggio ad essere stato terminato durante la pandemia e si basa interamente sul dialogo tra i due protagonisti nella loro abitazione.

Il film racconta una notte (ispirata a un episodio realmente accaduto al regista stesso) di discussioni e duri contrasti tra Malcolm (John David Washington), regista cinematografico, e la sua fidanzata Marie (Zendaya), ex attrice. I due, al termine dell’anteprima dell’ultimo film dell’uomo, tornano nella propria casa ma l’atmosfera è tutt’altro che gioiosa. Malcolm non ha infatti ringraziato la propria compagna durante il suo discorso di chiusura e da questa mancanza nascerà un profondo confronto che metterà in discussione molteplici aspetti del loro rapporto.

In un’epoca di eccessi e sfarzi, ciò che colpisce maggiormente di questo film è il suo preferire un’ambientazione neutra, quasi spoglia, un utilizzo sagace del linguaggio e dell’arte cinematografica. Il tutto è stato girato, inoltre, in bianco e nero e in pellicola da 35 mm. Un ritorno ad un aspetto classico del cinema, più volte citato anche nel corso della narrazione.

La recitazione teatrale degli attori è ciò che davvero tiene incollati allo schermo, scandagliando gli animi attraverso un’analisi profonda dei sentimenti e del trascorso di entrambi. Quanto diamo per scontato una persona che ci è sempre stata accanto? È questa la risposta che cerca Marie, colpita da come il compagno possa essersi dimenticato proprio di lei, in un momento così importante per la vita di entrambi.

Nel loro dialogo vengono affrontati temi complessi per chi non conosce approfonditamente il settore cinematografico e la sua storia, tuttavia, grazie ai molteplici primi piani effettuati, lo spettatore riesce a entrare in contatto con l’intimità della coppia, immergendosi totalmente nella loro discussione.

Ciò che emerge dal loro rapporto è il bisogno reciproco l’uno dell’altro, senza che nessuno dei due se ne renda davvero conto. Urlano e scappano per giustificare anche se stessi, per gli errori commessi e per i torti subiti. Questo litigio viene utilizzato, inoltre, come pretesto per esprimere la propria idea di arte e di critica, estremamente evidente in un lungo monologo ad opera di Malcolm.

Il film, in aggiunta, alterna sequenze tensive, cariche di drammaticità, a momenti più rilassati e carnali, in cui il dialogo accompagna l’azione, e a tratti richiama grandi classici come ‘À bout de souffleoLe Méprisdi Godard.

Sebbene venga interamente girato in un’unica villa e nel suo giardino limitrofo, lo spazio non risulta mai opprimente, ma si apre alla vista dello spettatore grazie all’utilizzo sapiente di inquadrature e spostamenti dei personaggi tra le varie stanze. L’ambiente stesso si pone come un vero e proprio teatro di posa con oggetti scenici, all’interno del quale si muovono gli attori in una danza vertiginosa.

Questo crudo scontro ci riporta a tematiche comuni a qualsiasi rapporto, riuscendo a farci rispecchiare in quello che viene rappresentato, lasciando un finale a libera interpretazione.

Elisa Bo