CRISI O OPPORTUNITÀ? IL CASO DI ALLRECIPES

È ormai persino inutile ripeterselo: lo scorso è stato un anno a dir poco rovinoso per governi, nazioni, singoli individui, soprattutto, imprenditori di tutto il mondo. In una situazione in cui l’ambiente esterno cambiava radicalmente e quasi in maniera simultanea a livello globale, salvarsi dalla progredente crisi pareva impossibile ai più. Ciononostante, la storia ci racconta che qualcuno che sia in grado di ingegnarsi a sopravvivere anche in situazioni impreviste e insormontabili c’è sempre.

Come spesso accade, è proprio la persona o il team in grado di adottare un mindset propositivo e di rileggere cambiamenti drammatici come nuove opportunità ad avere la meglio. Questo è il caso, come racconta il digital strategist Valerio Bassan nella sua ultima newsletter di settembre, di Allrecipes, il più grande food brand digitale al mondo che ha saputo sfruttare gli effetti di quarantene e lockdown globali a suo vantaggio.

Per chi non conoscesse Allrecipes, la sua funzione principale è quella di aggregare le ricette di cuochi casalinghi provenienti da 23 diversi paesi e in 12 lingue, servendo una community globale di 85 milioni di appassionati di cucina, attraverso i 18 siti di sua proprietà. Dai numeri appare evidente la consistenza dell’ammontare di ricette annoverate nel patrimonio virtuale del brand, ma anche di dati relativi agli user che contribuiscono pubblicando le proprie idee, commentando o chiedendo consigli. Se già in condizioni pre-pandemiche Allrecipes si configurava come leader nel suo settore, le interazioni sulle sue piattaforme sono aumentate ancor più drasticamente nel momento in cui, ritrovandosi costretti entro le mura domestiche, anche chi non era abituato a mettere le mani in pasta ha iniziato a cimentarsi in esperimenti culinari. Le reazioni alle ricette sono andate alle stelle, con utenti che si consigliavano a vicenda soluzioni per replicare preparazioni da cui erano allettati ma per cui non avevano a disposizione gli ingredienti.

Allrecipes non è certo rimasta a guardare. Vedendo le possibilità in termini di monitoraggio della rete che la rinnovata intensità di scambi sui suoi siti le offriva, il team ha implementato un sistema di tagging e di osservazione delle conversazioni tra utenti che gli permette di raccogliere e catalogare i dati generati quasi in tempo reale. Attraverso la configurazione di Tableau, infatti, Allrecipes è in grado di accedere a informazioni che si aggiornano automaticamente rispetto a parole più cercate, ricette più cliccate e sentimenti espressi rispetto ai topic più trattati. Come sottolineano gli stessi ideatori di questo sistema, la forza di Allrecipes sta proprio nella sua abilità di attrarre pubblici considerati dominanti come i millenials, le cui attitudini sono ritenute particolarmente rilevanti in rilevazioni nel panorama del digitale.

A questa fase di ascolto, che permette al brand di monitorare ogni fase del customer journey e di capire le abitudini dei cuochi casalinghi, segue poi una fase di analisi algoritmica dei dati raccolti e di organizzazione delle informazioni dei dati in ordinati report. In essi, si riportano preziose previsioni di trend nel mondo del food, di quali saranno le aspettative dei consumatori e i suoi comportamenti. Ciò naturalmente permette ad Allrecipes di intercettare le nuove tendenze e sviluppare le proprie strategie sulla base di dati esclusivi e raccolti su una scala di dimensioni decisamente rilevanti. Non solo: il brand ha anche iniziato a vendere questi report dettagliati a produttori di alimentari, che potranno, quindi, a loro volta sviluppare un’offerta al passo coi tempi.

L’interesse che questo tipo di informazioni può suscitare è evidentemente grande e suggerisce la spiccata genialità di questa azienda, che ha saputo cogliere un’occasione da uno scenario che si annunciava come un momento drammaticamente buio. Così, Allrecipes ci insegna che a volte è proprio quando nulla sembra darci motivo di speranza che si nascondono le migliori opportunità.

Giulia van den Winkel