Quali sono le soft skills più diffuse nella Gen Z e quali, invece, quelle più richieste dalle aziende? Quali sono le tappe del percorso di inserimento in azienda e in che modo il digitale ha influenzato tale percorso? Il Dott. Antoni D’Antoni, HR Director di RCS, intervistato nell’ambito del progetto Percorso Generazione Z di Almed, ci offre la sua importante testimonianza.
Per quanto riguarda le soft skills, il Dott. D’Antoni conferma come nelle aziende si sia generato un forte interesse per le skills e gli approcci della nuova generazione, per cui sono proprio le abilità intrinseche alla Gen Z quelle che le aziende valorizzano maggiormente, in modo da indirizzare le risorse umane verso nuove dimensioni comportamentali. Nello specifico, le aziende puntano ad attrarre ed ingaggiare risorse che possiedano le seguenti soft skills:
- Adattamento organizzativo, inteso come la capacità di adattarsi a contesti diversi, aperti ed innovativi;
- Predisposizione ad un approccio lavorativo “sperimentale”, che si concretizza nella volontà di provare nuove esperienze e nella propensione al rischio start-up;
- Networking ed approccio relazionale, inteso come la capacità nativa di gestire relazioni globali e social.
Riguardo i percorsi di inserimento in azienda, il Dott. D’Antoni spiega come le tappe siano fondamentalmente due: la prima consiste nell’inserimento in azienda attraverso un percorso formativo in stage, di almeno 6 mesi, dopo un processo di selezione strutturato con interviste e colloquio di approfondimento sul percorso di studi e sui punti di forza relativi alle skills più tecniche (acquisite all’università o in eventuali altre esperienze). Al termine del percorso di stage, le risorse vengono poi valutate anche rispetto alle evidenze sulle soft skills, di cui sopra, e alla coerenza con i profili ricercati. Dopo aver superato un ulteriore step di valutazione, infine, si propone un contratto a tempo indeterminato.
Ma qual è il ruolo del digitale in tali percorsi? Il digitale è tecnologia, innovazione, accelerazione. Il Dott. D’Antoni spiega come la Digital Transformation abbia favorito la capacità di «fare e vivere il networking», consentendo di sviluppare un’agilità organizzativa. Inoltre, ha indotto una spinta verso il social marketing, consentendo una maggior efficienza strutturale in termini di processi e costi operativi, aprendo a nuovi linguaggi e nuovi target di clienti ed utenti.
Infine, il digitale permette di avvicinarsi ai nuovi profili e competenze attraverso il recruiting su piattaforme digital e social, come LinkedIn, consentendo percorsi di apprendimento e formazione per i neolaureati inseriti in stage.
Risulta evidente, dunque, come la Gen Z e la Digital Transformation abbiano introdotto profondi cambiamenti nel mondo del lavoro, modificando radicalmente le soft skills ed i percorsi di inserimento in azienda.