HELMUT NEWTON: L’ARTISTA DELLA PROVOCAZIONE

Dal 30 gennaio all’8 novembre 2020 sarà possibile visitare la mostra Helmut Newton. Works., dedicata alle fotografie dell’artista, presso la Gam (Galleria civica di Arte Moderna e Contemporanea) di Torino. 

Con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino, nonché del suo direttore Matthias Harder, l’esposizione è stata promossa dalla Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei. Inizialmente pensata per restare attiva fino al mese di maggio, è stata successivamente prolungata. 

Il percorso viene strutturato per mostrare una mappatura dell’intera carriera del grande fotografo, attraverso un corpus totale di 68 fotografie di moda. Fin dalle sue prime opere emerge chiaramente la personalità dell’artista, la sua volontà di destare scalpore e provocare il proprio pubblico, mantenendo sempre uno sguardo sulla realtà. 

Il fascino peculiare delle rappresentazioni risiede nel loro mostrarsi impeccabili ed elegantiseducenti, ma mai volgari. Una delle capacità di Helmut Newton risiede, infatti, nel sapere dare raffinatezza e sensibilizzare anche i molteplici nudi femminili impressi nelle sue fotografie. 

Si passa da gonne lucide ed attillate con spacchi vertiginosi, per le campagne di Mario Valentino, a manichini che prendono il posto e le sembianze di donne sensuali, passando per delicati primi piani in bianco e nero, arrivando alle fotografie di grandi personaggi come Andy Warhol e Gianni Agnelli.

Opere pubblicate su diverse riviste, tra cui Vogue, Marie Claire e Vanity Fair, hanno coinvolto un pubblico estremamente vasto, grazie allo straordinario estetismo applicato dall’autore, diventando delle vere e proprie figure iconiche. Come affermava l’artista stesso: «Fashion was my first desire, even as a school boy. And of course, I wanted to be a Vogue photographer». Inserite nel percorso troviamo, infatti, diverse citazioni di Netwon, impresse sui muri dedicati alla mostra stessa. 

Un totale di quattro sezioni che alternano un raffinato bianco e nero in cui la luce viene dosata con maestria, ad un sagace uso dei colori fino ai più sgargianti, per mezzo di uno stile unico che sfida i tabù e non può che lasciare ammaliati. Ciò che colpisce maggiormente è la forza espressiva di ogni scatto che riesce a far trasparire emozioni e personalità dei protagonisti immortalati, andando oltre alla semplice rappresentazione.

Ogni dettaglio viene studiato nei minimi particolari, dall’ambientazione, ai vestiti, fino agli accessori secondari, in modo da riuscire a raccontare delle vere e proprie storie. 

La carriera del fotografo viene così tracciata partendo dagli anni Settanta ed arrivando fino al 2000, con l’ultimo ritratto che accompagna l’uscita dalla mostra e che rappresenta l’attrice, regista e fotografa Leni Riefenstahl, permettendo una panoramica totale sullo stile e sui lavori del grande autore. 

Elisa Bo