Scopriamo come i social network decentralizzati costituiscono un’alternativa alle classiche piattaforme grazie a un cambio di rotta che include anche le criptovalute.
I maggiori social network hanno impiegato relativamente pochi anni per raggiungere un’elevata capillarità nella popolazione mondiale. Tuttavia, con la stessa rapidità, abbiamo assistito anche al verificarsi di scandali e fenomeni controversi legati a queste piattaforme. Il caso Cambridge Analytica primo fra tutti.
Influenza degli algoritmi, filter bubble, manipolazione dell’opinione pubblica, fake news, disinformazione, violazione della privacy e del copyright fanno parte della carovana di elementi che generano molti interrogativi e non sempre lasciano risposte.
La criticità maggiore, probabilmente, risiede nel fatto che i social network (e i social media), appaiono come un ambiente pubblico e neutro, senza esserlo realmente. Se da una parte i social network offrono la possibilità di interagire in un “mondo più aperto e democratico”, dall’altra, il flusso dei contenuti all’interno di queste piattaforme e la conseguente percezione della realtà, sono determinati da algoritmi che influenzano l’esperienza e l’attività di ogni singolo utente.
Altro aspetto critico è la datificazione: dietro ai bottoni “mi piace” e “condividi” vi è un sistema che elabora e registra le interazioni, i gusti e le opinioni (espresse esplicitamente o implicitamente) degli utenti. Questo processo è alla base del business model delle Data firms, incentrato sulla manipolazione dei dati e sul loro utilizzo da parte degli inserzionisti.
In controtendenza a questo paradigma, che potremmo chiamare “tradizionale”, troviamo i social network decentralizzati (SND), realtà non molto recente ma non per questo conosciuta.
Esistono numerosi social network decentralizzati e ognuno di questi ha le sue peculiarità, qui proveremo a delinearne le caratteristiche comuni.
Di tutti e di nessuno
I social network centralizzati presentano un governo – appunto – centrale, che ha facoltà di stabilire quale tipo di contenuti possono o non possono essere condivisi sulla piattaforma o operare forme di censura. Diverso il caso dei SND, in cui gli utenti hanno piena libertà di condividere ciò che preferiscono. Un’eccezione è Mastodon, piattaforma simile a Twitter che presenta un codice di condotta stabilito dagli sviluppatori.
Protezione e utilizzo dei dati
Un altro punto fondamentale è che la proprietà dei dati personali resta in mano agli utenti, che ne detengono il pieno controllo. Ciò è possibile perché i dati non sono salvati su un server centrale ma su dei server indipendenti, e per di più sono protetti con tecnologie crittografiche.
La qualità premia
Caratteristica condivisa da alcuni SND è la presenza di una criptovaluta nativa. Questa viene utilizzata per remunerare gli utenti: chi crea contenuti ottiene un premio tanto maggiore quanto questi riscuotono apprezzamento da parte della comunità. In alcuni SND anche coloro che apprezzano i contenuti, promuovendoli all’interno della piattaforma, ottengono una remunerazione. Si parla in questi casi di incentivized social network, sistema che incentiva la creazione di contenuti di qualità, i quali si riflettono in una migliore esperienza per tutti gli utenti.
Un ambiente libero dunque, dove (ri)trovano spazio pseudonimi e auto-regolamentazione. Uno scenario da scoprire che ha il profumo delle prime comunità online.