I RUSSI SONO MATTI: CORSO SINTETICO SU UNA LETTERATURA SENZA PARAGONI

Quando comincia un nuovo anno, è inevitabile il voler tirare le somme per quanto riguarda quello appena trascorso.

L’innata predisposizione umana alla relazione con gli altri, tanto a fini comparativi quanto di curiosità, ci spinge a stilare classifiche ed elenchi su quelli che sono stati i più grandi successi dell’anno, i fallimenti, i film più belli visti e i viaggi che ci hanno maggiormente arricchiti. 
Tra questo infinito elenco di classificazioni, c’è indubbiamente anche quello che riguarda le letture dell’anno. Secondo i nostri personali standard, abbiamo letto abbastanza? Le nostre letture ci hanno soddisfatto? Qual è stato il volume che ci ha più colpito?

Seguendo questo mio filo di ragionamenti, sono arrivata alla conclusione che il titolo vincente del 2019 è, per me, senz’alcuna ombra di dubbio, I Russi Sono Matti di Paolo Nori. Si tratta di un breve volume di critica letteraria che ripercorre analizzando, con leggerezza e semplicità, le pietre miliari della talvolta apparentemente ostica letteratura russa.
Il libro si propone al lettore con la definizione di “corso sintetico“: una veloce e riassuntiva trattazione di quelli che sono stati i Grandi di una letteratura dai tratti mistici e affascinanti. Lo stile è scorrevole e immediato, quasi a voler costruire un ossimoro con quello che è invece l’oggetto della materia che vi viene messa sotto esame. L’agile manuale è originalmente organizzato non per ordine cronologico, ma piuttosto per nuclei tematici: potere, amore e vita quotidiana
In modo genuino e brillante, la piccola enciclopedia letteraria di Paolo Nori racconta le contraddizioni e la magnificenza della Russia e dei suoi classici, con l’accortezza e la maestria che solo un osservatore attento e preciso come Nori avrebbe potuto applicare.

Elisa Zaffalon