THE CROWN: TUTTO CAMBIA, ELISABETTA RESTA

Rispolverate il vostro servizio da tè migliore, la Regina è tornata. Una magnifica Olivia Colman ha riposto la corona fresca di Oscar della Regina Anna (The Favourite) per indossare quella di Elisabetta II, sovrana più longeva della storia, regalando una luce nuova al terzo capitolo della tanto attesa The Crown, disponibile dal 17 novembre su Netflix. 

Quella sullo schermo è una donna ormai abituata al peso della corona, che si mostra schiva e spesso rigida di fronte alle vivaci vicende che si trova ad affrontare. I dieci episodi del progetto firmato da Peter Morgan puntano infatti il riflettore sui turbolenti anni che vanno dal 1964 al 1977. Il Regno Unito è in piena crisi economica e politica, la pressione dei media mette a repentaglio l’aura che avvolge ogni membro della famiglia Windsor, e sempre più forte si avverte la perdita del senso della monarchia, con l’apprezzamento per i reali ai minimi storici. 

È proprio questa la sfida con cui la Regina deve confrontarsi: conservare la tradizione della monarchia e cercare allo stesso tempo di rinnovarsi. Ciò che ne risulta è probabilmente la stagione con la critica più chiara verso un simbolo che si ritrova a dover rivendicare il proprio ruolo, risultando a volte inadeguato. I rituali sono ciò che tiene in piedi il trono, ma in quanti ancora sentono l’utilità della sua esistenza? 

Il risultato è come sempre brillante. La scrittura di Morgan non delude le aspettative, costruendo dei momenti di intenso valore emotivo. Ne sono un esempio gli istanti in cui il mistero che avvolge Elisabetta II si incrina, lasciando intravedere la sua umanità, come quell’unica lacrima che chiude il toccante episodio sulla strage di Aberfan.  

L’interpretazione di Olivia Colman si unisce poi a quella ugualmente impeccabile del resto del cast. Tobias Menzies presta il volto ad un Filippo più complice di sua moglie, maturo e meno impulsivo, nonostante non manchino le sue famose gaffeJosh O’Connor dà vita a un giovane e sensibile Carlo che rivendica la propria voce, nonostante sua madre gli ricordi senza troppa tenerezza come non sia tenuto a farlo. Di spessore diverso è la personalità di Anna, la decisa “principessa col broncio”, interpretata da una bravissima Erin Doherty, che affronta le conseguenze del suo rango con una corazza molto più dura.

Un’altra “naturale numero uno che ha avuto la disgrazia di nascere numero due” è la principessa Margaret, che – al contrario di sua nipote Anna – continua a soffrire per una vita vissuta all’ombra della corona di sua sorella. La straordinaria Helena Bonham Carter coglie in pieno il ritratto di questa mina vagante reale, che però dimostra come il suo fascino e la sua leggerezza possano essere anche un prezioso aiuto per il Paese. La terza stagione continua a narrare il suo matrimonio con Antony Armstrong-Jones, fino all’annuncio del divorzio, tratteggiando l’inizio di un’amara discesa. 

Il cambio del cast non risulta straniante e, nonostante la poca somiglianza fisica con i reali inglesi, l’alto livello di recitazione restituisce un raffinato ritratto della vita privata dei personaggi. 

Il Telegraph ha definito The Crown “la migliore soap della TV” e non potrebbe aver più ragione, perché i dieci episodi lasciano cadere il velo dell’apparenza e dell’etichetta, regalando al pubblico ciò che davvero vuole: i drammi personali che si nascondono dietro i profili da francobollo, rendendo la monarchia inglese l’unica soap opera che avrà sempre tanto da raccontare. 

Maria Vincenza Rinaldi

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