GOLDEN GLOBES 2020: AL VIA L'AWARDS SEASON TRA SORPRESE E CONFERME

I riflettori sono accesi, la Città degli Angeli ha dato il via alla stagione dei premi

La cerimonia dei Golden Globe Awards, svoltasi a Los Angeles la sera del 5 gennaio, ha inaugurato la prestigiosa carrellata di statuette, premiando attori e film che si sono distinti negli ultimi mesi. Scopriamo allora, tra previsioni rispettate e sorprese, cosa ha riservato questa notte dorata.

Vittorie inaspettate come quella di 1917, che si aggiudica il Golden Globe per il miglior film nella categoria drama e che ha permesso a Sam Mendes di portare a casa il titolo di miglior regista, battendo nomi del calibro di Scorsese. Anzi, The Irishman ha concluso una serata amara, restando a mani vuote nonostante le 5 nomination. 

Ha vinto, invece, come miglior film nella categoria comedy or musical Once upon a time in Hollywood, la favola personale di Quentin Tarantino. E proprio per l’interpretazione di Cliff Booth, Brad Pitt ha potuto stringere il globo per il miglior attore non protagonista, ringraziando nel proprio discorso i grandi attori con cui condivideva la candidatura (Pesci, Hanks, Pacino, Hopkins). A Tarantino è andato anche il premio per la miglior sceneggiatura, che tanti invece davano per assegnato a Noah Baumbach e al suo Marriage Story. La pellicola ha ottenuto “solamente” la vittoria per Laura Dern come attrice non protagonista. Si è trattato dell’unico premio raggiunto da Netflix, dopo una partenza con molte speranze racchiuse in ben 17 nominations.

Non ha sorpreso, al contrario, l’assegnazione del Golden Globe allo straziante Joker di Joaquin Phoenix. L’attore, convinto attivista, ha colto l’occasione offerta dal palcoscenico per esortare i suoi colleghi ad aprire gli occhi davanti ai disastri ambientali come quello australiano, e ad essere più coerenti andando oltre le semplici parole. Ad essere premiato con lo stesso titolo ma nella categoria comedy o musical è stato Taron Egerton, che ha prestato volto e voce ai ricordi di Elton John in Rocketman

Migliore attrice nella categoria drama è stata, per la giuria dei 90 giornalisti dell’Hollywood Foreign Press Association, Renée Zellweger per la sua interpretazione di Judy Garland nell’atteso biopic. Accanto a lei, per la commedia, è stata premiata la rapper Awkwafina per The Farwell.

Decisamente poco prevedibile è stata infine l’assegnazione del premio dedicato all’animazione, assegnato non ad uno dei ben tre titoli Disney (tra cui Frozen 2) ma a Missing Link dello studio Laika.

Ad essere premiati durante la notte dorata non sono solo le stelle del cinema, ma anche quelle della televisione

Un talento comico ha confermato la sua bravura durante lo show, Phoebe Waller-Bridge. L’attrice britannica, autrice e interprete di Fleabag, ha portato via sia il premio come miglior attrice comedy sia la vittoria per la miglior serie comedy, concludendo così una carrellata di premi personali davvero ricca. Un’altra inglese ritira il suo terzo e meritato Globe, la regina Olivia Colman, per il terzo capitolo di The Crown. Altri nomi che hanno brillato nell’ambito delle serie tv sono quelli di Stellan Skarsgard (miglior attore non protagonista in film tv o miniserie per Chernobyl), Russell Crowe (come protagonista di una miniserie, The Loudest Voice), rimasto in Australia a causa della drammatica situazione ambientale, e quelli di due attrici che hanno anche portato sul palcoscenico le loro prese di posizione politica: Patricia Arquette e Michelle Williams

Premiata come non protagonista per The Act, la Arquette ha tenuto a ricordare il quadro drammatico in cui si ritrova il mondo e ha invitato tutti a votare il prossimo novembre, palesemente non a favore del presidente Trump. Un altro riferimento alle vicine presidenziali statunitensi è arrivato da Michelle Williams, che ha però puntato l’accento sulla libertà di scelta delle donne.

Del resto, la cerimonia che anticipa gli Oscar si è sempre distinta per l’unione tra spettacolo e temi sociali, affrontati con più o meno verve.  

Sicuramente meno peli sulla lingua ha il presentatore della serata, Ricky Gervais, per la quinta volta sul palco dei Golden Globe Awards. Il creatore di The Office ha infatti intrattenuto le star con le sue solite battute pungenti, accolte con un po’ di tensione dal pubblico. Ha anche lanciato una frecciatina in riferimento alla mancanza di donne registe tra le candidature: «Non ricapiterà tranquilli, ho parlato con i produttori e non daranno più soldi alle donne per fare film». 

Una regista che è stata invece omaggiata è Lina Wertmuller, ricordata nel discorso di ringraziamento da Tom Hanks, onorato con un premio alla carriera. L’equivalente televisivo di questo trofeo è andato a Ellen DeGeneres, il Carol Burnett Award 2020, il secondo assegnato dalla sua istituzione. 

Insomma, che siate appassionati o meno di cinema, il fascino dei premi non smetterà mai di rubare un po’ della vostra attenzione. Ed è solo l’inizio. 

Tra lo scintillio degli abiti e gli sguardi ricchi di tensione mascherata, le star si preparano all’Awards Season, desiderando in fondo tutti la medesima cosa: che la magia dei propri film riesca a tingersi d’oro

Maria Vincenza Rinaldi