TIK TOK: LA NUOVA APP CHE SPOPOLA TRA LA GENERAZIONE Z E NON SOLO

Una delle app che sta spopolando tra gli adolescenti è una piattaforma video in formato breve chiamata TikTok.

TikTok funge come un social network in cui gli utenti condividono video amatoriali. L’app consente sia di guardare sia di creare brevi clip musicali, con la possibilità di aggiungere anche effetti speciali a piacere. Vediamo insieme la storia di questo nuovo social che sta spopolando tra le generazioni Z.

TikTok non è nato come tale, esso era di proprietà di ByteDance, una società cinese che gestisce diverse app di social network molto popolari. Nel 2016, ByteDance ha lanciato un’app di cortometraggi chiamata Douyin, quest’ultima ebbe un successo enorme e nell’arco di un anno acquisì più di 100 milioni di utenti. Dopo circa un anno Douyin sbarcò fuori dalla Cina con un nuovo nome: TikTok. La piattaforma riuscì a conquistare subito le classifiche dei mercati internazionali. Ma vi ricordate di Musical.iy? ecco nello stesso periodo spopolava nelle classifiche americane come la piattaforma di cortometraggi più utilizzata, produceva video musicali con una brevissima sincronizzazione labiale. Nel 2017 ByteDance ha acquisito Musical.iy per un miliardo di dollari, la società cinese gestiva quindi due piattaforme musicali separatamente: TikTok e Musical.iy. Non passò molto tempo che nel 2018 la società annunciò la chiusura di Musical.iy e la fusione con TikTok. Tutti gli account Musical.iy sono stati poi spostati sulla nuova piattaforma in quanto l’obiettivo era lo stesso, ossia quello di creare una comunità in cui tutti fossero creatori, parole affermate proprio dal vicepresidente.

Ma perché sta avendo così successo? La crescita dei fenomeni digitali si basa sul concetto del “Fear of missing out”, ossia la paura di essere tagliati fuori da un qualcosa che tutti hanno e devono avere, far sentire le persone parte di qualcosa. TikTok sta incarnando questo concetto alla perfezione e proprio come Twitter, Instagram e Facebook è diventata una vera community virtuale, che spinge gli utenti a interagire tramite like, commenti o condivisioni. Per diventare popolari non c’è bisogno di avere molti follower, questo social spinge a spostarsi da trend a trend e sotto categorie che raggruppano persone interessate a quei video. Gli utenti sono inoltre fortemente incoraggiati a interagire con altri utenti, attraverso video di “risposta” o tramite “duetti”: gli utenti possono duplicare video e aggiungersi. Gli hashtag in TikTok hanno un ruolo fondamentali dal punto di vista organizzativo in quanto sono alla base delle varie “sfide” tra gli utenti.

Al centro di tutto non c’è più l’utente con le sue foto, ma c’è l’organizzazione dei feed e delle categorie. Il rischio di questo social è il classico “effetto dipendenza”, ossia il rischio di passare ore e ore a scrollare video.

Molte persone però non sapranno che dietro si nasconde un meccanismo di artificial intelligence, di riconoscimento e apprendimento automatico, in termini più semplici tutto quello che sta dietro alla successione apparentemente casuale di video è un algoritmo che riconosce i contenuti e classifica le categorie. In questo modo l’algoritmo impara cosa piace e non piace ai diversi utenti per mostrarglielo.

Per ora il target principale di TikTok, come detto precedentemente, sono gli adolescenti. Molte però sono le aziende già attive sulla piattaforma con campagne promozionali, come ad esempio Mc Donald’s. In Italia il gruppo Condé Nast ha annunciato il lancio di @vanityfairitalia e @vogueitalia su TikTok. Dunque per le aziende ci saranno sempre più opportunità, dato l’irrefrenabile successo che questa app sta avendo.

Personalmente mi sono registrata da poco su TikTok e la prima cosa che ho notato è l’estrema semplicità che caratterizza questo social: ti riesce a coinvolgere immediatamente. Vediamo cosa ci riserverà questa nuova app e se Zuckerberg la stia o meno sottovalutano.

Maria Teresa Maroli