SUBURRA 2, IL SUCCESSO DI NETFLIX TRA PREGI E DIFETTI

Dopo i risultati ottenuti nel 2017, la fortunata serie di Netflix Suburra è approdata sulla piattaforma streaming con una seconda stagione di otto episodi, che vede alla regia l’abbandono definitivo di Michele Placido a favore di Andrea Molaioli e Piero Messina.

Questa volta i protagonisti della serie non si contendono i terreni di Ostia in contrasto diretto con il boss Samurai, ma si oppongono a lui. Per perseguire i loro interessi entrano nei complicati rapporti tra politica e criminalità. L’intera stagione, infatti, è ambientata nelle due settimane precedenti al ballottaggio tra le liste di destra e sinistra per le elezioni comunali romane del 2008.

Il neoeletto Amedeo Cinaglia assume un ruolo centrale per gli sviluppi narrativi: rappresenta uno spunto di riflessione sulla politica di questo decennio caratterizzata da un atteggiamento demagogico facendo leva su temi attualissimi quali quello dell’immigrazione. 

Nella serie questo diventa un elemento discriminante per le svolte narrative, non tanto per il dramma umano, quanto per la rappresentazione del pericolo attraverso i media. 

Uno dei cambiamenti più significativi si può riscontrare nel ritmo della narrazione che risulta più lento. Questo aspetto ha ricevuto qualche critica dai fruitori, ma si rivela coerente con la centralità politica: il mondo politico infatti è caratterizzato da strategie a lungo termine e non da azioni veloci, ragion per cui il ritmo risulta coerente.

In una stagione dominata da personaggi non protagonisti, il terzetto principale ne risulta penalizzato, tuttavia i tre protagonisti rimangono gli stessi della prima stagione: Aureliano Adami, ormai boss di Ostia, Gabriele Marchilli, guardia invischiata nella criminalità e divorata dai sensi di colpa, e Alberto “Spadino” Anacleti, impegnato nella conquista del potere nella sua famiglia.

Gli Anacleti continuano a portare avanti uno dei leitmotiv della scorsa stagione: lo scontro generazionale tra il vecchio potere e un nuovo modo di organizzare la criminalità. Tale contrasto è dato dall’astio tra Angelica e Adelaide – rispettivamente moglie e madre di “Spadino” – personaggi che creano una delle dinamiche più interessanti della stagione. I loro è un confronto che dimostra una capacità tutta al femminile di contendersi il potere. Novità della serie è la maggiore presenza di personaggi femminili e la loro capacità di prendere posizioni forti.

La stagione corre il rischio di cadere nella ripetitività di alcune dinamiche, come il rapporto dei vari personaggi con l’onnipotente Samurai che come prevedibile ottiene tutto ciò che vuole. Piuttosto ingombranti sono le romance create tra alcuni personaggi, che cadendo nella banalità dell’immediata intuizione da parte dello spettatore.

Suburra è un prodotto che fonda il suo successo sulle dinamiche tra i personaggi, sul ritmo e sulla suspense, e , nonostante qualche difetto, riesce ad intrattenere lo spettatore, rimanendo così un grande successo. E proprio grazie alla distribuzione di Netflix è possibile consumare gli episodi tutto d’un fiato. Pronti per il binge-watching?

Raffaella Di Marco