LIFE IN VOGUE

Quando varchi la soglia della redazione di Vogue Italia ti senti quasi come Andy Sachs de Il diavolo veste Prada.

Ma non per la frenesia o il timore reverenziale nei confronti del diabolico capo direttore (un Emanuele Farneti che abbiamo avuto l’occasione di incrociare durante la visita e che, al contrario, è apparso affabile e sorridente), bensì perché hai la sensazione di entrare in un ambiente iconico, un luogo per certi versi “mitico” in cui vengono dettate le mode, le tendenze e lo stile che seguiamo di stagione in stagione; e questo un po’ in soggezione ti fa inevitabilmente sentire. Non ci sono però “tacchettine” altezzose che circolano per i corridoi o sarte affannate che con i loro stand colmi di vestiti scorrazzano di qua e di là; anzi, il clima è molto più disteso e pacato di quanto si possa immaginare. Anche se ok, sicuramente è un caso più unico che raro.

Life in Vogue è stata certamente una delle iniziative più soddisfacenti e interessanti di questo Fuori Salone 2018. Durante il Salone del Mobile, che si è svolto a Milano dal 17 al 22 aprile, la redazione della storica rivista ha aperto le porte al pubblico a cui è stata offerta la possibilità di visitarne gli uffici, che per l’occasione hanno cambiato veste e sono stati arredati da otto designer di fama internazionale: tra questi Mario Bellini, Antonio Citterio Patricia Viel, Sabine Marcelis, Muller-Van Severen e Quinconces-Dragò.
Quella degli artisti, ha spiegato la beauty editor Francesca Giorgetti che ci ha guidati durante la visita, è stata una riflessione sul modo con cui l’ufficio contemporaneo può essere vissuto e attraverso cui praticità e design possono entrare in comunicazione. “Se da anni si parla del mondo dell’ufficio con una sempre maggior apertura e vicinanza a quello della casa, ad oggi non ci si è ancora spinti a presentare l’ufficio quale oggetto di un vero e proprio intervento di interior decoration” , ha spiegato Farneti in una recente intervista. “Life in Vogue è un progetto che vede le aree della redazione interpretate, secondo i diversi stilemi del contemporaneo, da interior e architetti di rilevanza internazionale”.
Caratterizzato da linee morbide e pareti interamente dipinte a mano delle copertine più famose è l’ufficio del direttore, pensato da Faye Toogood per rappresentare il passaggio dalla direzione femminile della compianta Franca Sozzani a quella maschile di Farneti; più futuristico e all’avanguardia è lo stile della redazione attualità arredato da Patricia Urquiola; ispirato agli anni Sessanta e Settanta è stato invece Michael Bargo, che ha reinterpretato lo studio della redazione beauty omaggiando i marchi di moda che in quegli anni hanno introdotto le loro linee di cosmesi (come Chanel e Yves Saint Laurent).
La stanza che mi ha colpito di più? Ovviamente il guardaroba che, come ha spiegato la Giorgetti, è molto più ordinato e curato di quanto non sia in realtà. Capi di alta moda e scarpe eccentriche e colorate animano la stanza con cui la visita purtroppo si conclude, le cui pareti sono state disegnate e poi ripassate a mano con un semplice pennarello dalla giovanissima Elena Borghi.

Assaporo gli ultimi istanti nella redazione di Vogue Italia contemplando con occhi spalancati le grandi foto in bianco e nero di modelle, attrici e icone del passato e del presente che tappezzano i corridoi e che sono state scelte personalmente da Franca, e mi lascio alle spalle la sensazione di aver fatto parte, almeno per qualche minuto, di un luogo che celebra la bellezza in tutte le sue forme.

Alessandra Gennaro