Palco Off: una rassegna teatrale che, da Catania, vuole portare un po’ d’aria siciliana anche a Milano, facendo emergere la realtà complessa di una terra “bella e dannata” eletta a metafora per raccontare problemi concreti che attraversano la nostra realtà quotidiana. Al Teatro Libero di Milano fino al 20 maggio 2018.
Abbiamo intervistato i due direttori, Francesca Vitale e Renato Lombardo,siciliani doc. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Come vi è venuta l’idea di questo progetto?
Francesca Vitale: “Ho pensato alla Sicilia in un modo diverso, come ad un vivaio di idee e di eccellenze, per questo la mia rassegna si apre sempre con un momento piacevole, cioè con una degustazione di prodotti siciliani che raccontano una terra virtuosa, un punto geografico d’eccellenza. Dall’altra parte, naturalmente, c’è una Sicilia carica di problemi che sono i problemi che attraversano tutta l’Italia ma che in Sicilia sono esponenziali. La caratteristica di Palco Off è che alla fine di ogni spettacolo si dedica un momento di scambio di idee, nel quale alcune persone del pubblico prendono la parola e fanno domande agli attori e agli ospiti presenti.
Renato Lombardo: “La stagione vuole coinvolgere il pubblico in una completa esperienza sensoriale che abbracci tutti e cinque i sensi. Lo spettacolo vuole muovere il senso critico degli spettatori, perché il teatro è anche e soprattutto condivisione di emozioni: noi non offriamo solo uno spettacolo ma un viaggio che attraversa la realtà siciliana. E questo è un elemento importante anche per quanto riguarda il coinvolgimento dei giovani, che sono chiamati a riflettere su tematiche attuali attraverso un’esperienza sensoriale inclusiva: in un’ora di spettacolo si vive una vita, si fa un viaggio, si scopre un’emozione e si dà l’opportunità al pubblico giovanile di far emergere il proprio senso critico”.
Perché avete scelto di portare in scena la realtà siciliana?
“Dalla Sicilia si può cominciare ad affrontare tutte le tematiche importanti: è una metafora per parlare delle brutture, delle due facce della Sicilia che tutti noi conosciamo. Una terra bella e dannata che viene eletta a simbolo per raccontare problemi che attraversano la nostra realtà quotidiana. L’idea è appunto quella di portare autori, attori e storie di Sicilia che poi appartengono un po’ a tutti noi, uscendo dagli stereotipi e portando in scena situazioni complesse sempre con la dovuta cautela e senza banalizzare”.
Con quale criterio sono stati selezionati gli spettacoli e le compagnie?
“Abbiamo cercato di trovare dei temi che fossero di pubblico interesse e di trovare degli spettacoli che potessero raccontare in maniera vera, tradizionale, la realtà siciliana e far emergere i profumi e le sensazioni che la Sicilia può dare. La Sicilia è terra di mare, di silenzio, di antenati intesi come valore personale. Da un lato c’è un interesse verso tematiche attuali e forti per invitare il pubblico a prendere una posizione, dall’altro lato il racconto della Sicilia come una terra in grado di generare emozioni, suggestioni e valori”.