VISIONI DAL MONDO: una CIMER nella giuria studentesca

Dal 5 all’8 ottobre si è tenuto a Milano presso l’UniCredit Pavilion la terza edizione del festival del documentario “Visioni dal Mondo – Immagini dalla realtà” e per il secondo anno ho avuto la fortuna di partecipare alla giuria studentesca per i film in concorso italiano.

Il compito della giuria è apparentemente molto semplice: abbiamo dovuto assistere a tutti i film in programma per il concorso italiano e dare un voto da 1 a 5 per ognuno di essi. Alla fine di ogni film si teneva un breve incontro con il regista che approfondiva il suo progetto e rispondeva alle domande del pubblico. Tanto semplice quanto difficile! Non è semplice rimanere in sala anche per 5 ore di fila e mantenere sempre alta la concentrazione… inoltre si sa che dare dei giudizi non è mai facile, per questo ritengo che sia molto interessante e formativo scambiare opinioni e discutere dei film con gli altri giurati mettendo in discussione il proprio giudizio.

I documentari a cui abbiamo assistito sono stati molto diversi tra loro, sia da un punto di vista tecnico, sia tematico. Ci siamo trovati davanti a documentari allegri che volevano esprimere un messaggio positivo, ma anche davanti a documentarti forti che esprimevano una realtà cruda e dura da accettare. Sono emerse alcune tematiche più ricorrenti di altre e questo ci fa capire che c’è da lavorare su certi temi, sconosciuti o estranei alla maggior parte di noi, che hanno bisogno di essere raccontati. Di questa impronta è il documentario che ha vinto: “Punishmant Island” di Laura Cini, che racconta l’usanza di un paesino in Uganda di abbandonare le ragazze rimaste incinta prima del matrimonio su un’isola deserta.

Vorrei sottolineare un ultimo aspetto che ritengo importante, ossia la presenza di molte registe donne. In un mondo in cui le stime riguardo la presenza femminile alla regia sono a dir poco agghiaccianti, è stata una piacevole sorpresa trovare al festival tutte queste donne. Mi ritengo completamente soddisfatta di questa esperienza. È ormai il secondo anno che partecipo e ogni volta che finisce sento di essere in qualche modo cresciuta, sento di avere un bagaglio culturale più ampio. Nella maggior parte dei casi ti trovi di fronte a realtà sconosciute, che ti fanno ragionare, ma anche a piacevoli racconti di vita vissuta. Perciò sono tornata a casa canticchiando “Non ho l’età” con un senso di nostalgia legato a quegli anni che non ho vissuto, ma che il fantastico documentario di Olmo Cerri è riuscito a farmi comprendere a pieno.

Una realtà come quella del documentario non può lasciarti indifferente, questo è il grande merito del festival Visioni dal Mondo.

Sara Carenza

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