Prima data di apertura, il giorno 5 ottobre alle 20:30, per il Festival “Visioni dal mondo”, un Festival che nasce per promuovere il cinema documentario italiano, organizzato dall’Unicredit e FrankieShowbiz, con la Rai come suo main media partner. Noi di CIMO abbiamo partecipato a quest’evento svoltosi nella architettonicamente innovativa struttura dell’Unicredit Pavillon, nella piazza Gae Aulenti di Milano.
Ad aprire l’evento c’era Francesco Bizzarri, direttore generale, che dopo una breve introduzione iniziale lascia spazio al video di introduzione dell’evento e di illustrazione del programma del Festival. Successivamente si è svolto un breve riepilogo di quelle che sono state le madrine del festival degli anni passati, personalità di spicco nel mondo dello spettacolo come Cristiana Capotondi e Martina Colombari. Questo momento precede la presentazione al pubblico presente in sala della madrina scelta per l’attuale edizione. Si tratta di Fatimah Butto, una scrittrice e poeta pakistana che, dopo essersi scusata per il suo intervento necessariamente in lingua inglese, rivolge al pubblico un discorso chiaro e conciso, attenta a scandire ogni parola pronunciata per la facile comprensione di ogni suo interlocutore.
Una volta lasciato il palco, ha preso rapidamente il suo posto Fabrizio Grosoli, direttore artistico, che svolge il ruolo di trait d’union tra i due differenti momenti di intervento: quello della madrina e quello del regista.
Terminato così questo momento introduttivo, si è arrivati alla presentazione del regista del film documentario in programma “Il senso della bellezza”. Lui è Valerio Jalongo e racconta, attraverso la sua opera cinematografica, un concetto di bellezza nuovo dall’insolita prospettiva degli scienziati del CERN, la cui sede è a Ginevra. Le immagini del documentario sono di forte impatto artistico e i primi piani che costellano il film sono una finestra sugli occhi di questi scienziati mossi da una grande passione e pieni di dedizione e devozione verso la propria professione. L’accostamento al concetto di bellezza è audace e l’opera che ne scaturisce è unica nel suo genere. Il nostro “senso del gusto”, il nostro “senso del bello”, è plasmato su quello di Madre Natura. E la natura non mostra forse simmetrie quasi matematiche? Non è essa stessa formata da milioni di particelle di cui la scienza si occupa?
L’obiettivo di questo film documentario è quello di dimostrare che scienza e bellezza non sono due ambiti tra loro separati, tra loro non c’è estraneità. Al contrario, ad uno sguardo non superficiale ed indagatore, le due appaiono interconnesse al punto da fondersi assieme. Esattamente come per le particelle atomiche di cui pur non vedendone chiaramente i profili ne conosciamo l’esistenza, la bellezza è qualcosa di astratto di cui al pari ne conosciamo l’esistenza, ma molto spesso è visibile solo negli occhi e nella mente di chi guarda.
Questo primo giorno di Festival si è chiuso con il classico spazio finale lasciato al regista per rispondere alle domande di un pubblico catturato e molto attento.
Francesca Solieri
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