Il web è spietato: colpa degli utenti o potenza inarrestabile?

Da diversi anni, e in particolare da quando gli utenti interagiscono con altri utenti tramite il web,
tramite social network o chat, il rischio di ledere la propria privacy è dietro l’angolo.

L’idea di Zuckerberg, ossessionato dalla privacy, di aumentare nelle sue applicazioni il livello di sicurezza personale degli utenti iscritti, sembrerebbe essere un passo avanti verso la tutela dell’utente. Ma a volte la mano che il web regala all’utente stesso per tenere più possibile nascosta la propria vita non viene sfruttata. Nella primavera del 2015, quando Tiziana Cantone era già diventata suo malgrado una star del web, era troppo tardi. Tiziana, 31 anni, si è tolta la vita dopo un calvario di insulti sui social network. Non ha retto alla violenza incontrollabile suscitata dal video hard privato diffuso sul web.

Una “lapidazione digitale” che si riconduce in cyber-violenza. Ma il web non condanna tutto questo, il cyber-bullismo, le persecuzione sui social e l’aumento preoccupante tra gli adolescenti della moda del sextaping (scambio di autoscatti erotici o pornografici). Il bullismo sul web è dunque una potenza inarrestabile? Basterebbe “evitare”? Forse si, forse no.

Il web è in continua evoluzione, le tecnologie favoriscono i giovani nel riversarsi in queste pratiche ed è difficile fermare tutto ciò. Ma non finisce qui: ultima, in ordine di lesione della privacy in Italia, è la nota giornalista di Sky, Diletta Leotta, vittima di un hacker. In men che non si dica, alcune sue foto intime hanno fatto il giro del web diventando, com’era prevedibile, virali. Ma a questo si arriva per la negligenza degli utenti? La giornalista nella libertà più assoluta ha utilizzato queste foto, lasciate nello smartphone e così non c’è stata nessuna possibilità per tornare indietro.

E se consapevole, avesse evitato ciò? Facile a dirsi, difficile a farsi. La potenza del web è inarrestabile. A volte non si conosce nemmeno fin dove si possa arrivare, in alcuni casi la prevenzione potrebbe venire in aiuto allontanandosi più possibile dalla tentazione. Il potere del web non è ancora alla portata di tutti, a causa di questioni legate proprio alla velocità del suo sviluppo di diverse piattaforme. Non è facile capire cosa colpisce il web, cosa desidera l’utente, non capire chi c’è al di là dello schermo: una ragazza si suicida, una giornalista viene privata della propria privacy e tutto lascia presagire una continua progressione di questo fenomeno.

Alberto Porcaro