Ben poche novità in queste ultime settimane, passate a studiare in vista degli esami che si avvicinano sempre più e del moroso in arrivo la settimana prossima (con il quale finalmente farò la vera turista).
Recentemente ho scoperto due cose, entrambe poco piacevoli:
- É ormai sicuro che odio profondamente i lavori di gruppo, con tutto il mio cuore e senza alcuna possibilità di riconciliazione. Giovedì scorso avevo una exposée (in Italia non sappiamo cosa siano o comunque non sono molto utilizzate come metodo di valutazione, in ogni caso questa consisteva nell’analizzare una sequenza di “Interview with the vampire” di Neil Jordan ed esporre poi le proprie conclusioni in classe) con un’altra ragazza austriaca, la quale è stata irraggiungibile per le tre settimane precedenti a questa prova. Io ovviamente ho fatto la mia parte con più di una settimana di anticipo e gliel’ho mandata, sottolineando il tutto con un “arrangiati!”. Peccato che la sera prima lei ancora non avesse fatto il suo lavoro e abbia ben deciso che ciò di cui voleva parlare fosse proprio uno dei due argomenti che avevo analizzato io. Sinceramente: non so dove abbia trovato la pazienza e la “politesse”, forse era il fatto che questo lavoro valesse il 40% del voto finale, che in classe siamo meno di 15 e vorrei evitare rappresaglie armate, in ogni caso alle 9 e mezza di sera ho dovuto rifare il lavoro e ho ringraziato il cielo di essermi tenuta il più lontano possibile da altri lavori di gruppo a meno che non fossero imposti.
- Avere una coinquilina è difficile. Tanto, tanto, tanto difficile. Ho addirittura pensato che mi avesse scambiata per la governante: non pulisce mai, anzi, sporca il più possibile (a volte ho l’impressione che sia sempre alla ricerca di nuovi metodi per insozzare il bagno), si è appropriata della lavatrice (nella sua idilliaca immagine mentale lei può fare una lavatrice tutti i giorni da lunedì a venerdì lasciandomi magnanimamente il permesso di lavare le mie cose il sabato e la domenica) e mi manda sms chiedendomi di fargliela partire ad una data ora e l’unica volta che aveva lasciato un post-it con la promessa di tornare alle 15 per fare le pulizie è sparita fino alle 10 di sera. Il consiglio di mia mamma, che è molto più tranquilla e ponderata della sottoscritta, continua ad essere quello di “dirglielo pacatamente”, cosa che dubito di essere in grado di fare perché se non capisci che salire con le ciabatte sul bordo della vasca ancora bagnato per stendere i panni fa sì che si crei uno strato di melma su suddetta superficie, non ti meriti la calma ma solo il mio silenzio (non posso dire che si meriti solo sberle perché ufficialmente questo è un sito universitario e sto sviluppando quella “politesse” di cui vi ho parlato precedentemente) . In ogni caso, questo secondo punto è in realtà un appello: CIMO ha un sacco di studenti fuorisede, datemi consigli su come affrontare tutto questo e smetterla di sentirmi come Brunhilde in in attesa di Django a Candyland (anche se io al posto di Di Caprio ho una sudamericana che lavora in un negozio Bio).

Foto di Greta Pelizzari
Ovviamente bisogna sempre guardare il bicchiere mezzo pieno e le cose belle non mancano: ho partecipato ad un concorso universitario di fotografia sul tema Giungla urbana (foto scattate solo con il cellulare, come quelle che propongo qui e su Instagram, fondamentalmente) e ieri ho saputo di essere stata scelta da una organizzazione culturale per esporre nuovamente ad aprile! Questo mi ha resa veramente molto felice, è un piccolo traguardo per il lavoro che sto facendo da due mesi a questa parte, ogni tanto fa piacere avere qualche riscontro.
In più ho esplorato un po’ la Parigi notturna ed è veramente stupenda, molto meglio che di giorno! Durante la settimana dopo alle 9 di sera è praticamente deserta, anche i luoghi classici come Montmartre (foto sopra) e i dintorni della Tour Eiffel si svuotano completamente. É un piacere unico potersi girare intorno senza quella fretta e quella pressione che si ha di solito durante il giorno e per di più con l’atmosfera magica della notte, si spera quasi di potersi ritrovare magicamente in Midnight in Paris di Woody Allen. Stranamente qui a Parigi a mettere più pressione sono i turisti: a Milano a correre a destra e manca sono studenti e lavoratori, qui a Parigi i turisti sono molto più affannati e pressanti che da noi. Da mercoledì inizierà anche la mia vita da turista, vi farò sapere se riesco a capire da dove derivi questa “ansia da prestazione turistica”.

Foto fi Greta Pelizzari
Ricordo, come sempre: il mio profilo Instagram e la mia pagina Facebook nel caso in cui vogliate seguirmi.