<<Chi fa il controllore in azienda non è un mostro. Non bastoniamo nessuno. Il nostro obiettivo è il benessere aziendale. >> In aula mercoledì 28 novembre, durante la lezione di economia aziendale, Giuseppe Amolfi, responsabile del controllo di gestione per la Draeger Medical, multinazionale tedesca da 2,5 miliardi di euro di fatturato annuo, leader nel settore della tecnologia medica e della sicurezza, strappa un sorriso ai ragazzi e chiarisce: << Il controllo è fondamentale per il miglioramento>>. Per chi non la conoscesse (probabilmente in molti) la Draeger Medical è quella azienda che produce il 98% degli alcol test presenti su tutto il mercato.
L’azienda tedesca opera in due diversi settori, quello delle tecnologie mediche e quello delle tecnologie industriali, realizzando quindi prodotti che spaziano dai sofisticati apparecchi utilizzati nelle sale operatorie ai macchinari impiegati nelle acciaierie. Di per sè la Draeger si presenta come un’azienda innovativa (24 nuovi prodotti e 140 nuovi brand lanciati sul mercato ogni anno) e le cui tecnologie sono presenti in un terzo di tutte le sale operatorie mondiali. Giuseppe Amolfi ha spiegato in aula come l’azienda sia un complesso e vastissimo sistema dove nulla è a sè stante e dove, al contrario, ogni granello deve muoversi in sintonia e coerenza. Al successo della Draeger partecipa anche la funzione di controllo di gestione che tende spesso ad essere percepita da studenti, e non solo, come “il dente da togliere”.
Ma cos’è quindi e a cosa serve il controllo di gestione?
La figura del controller è complessa: raccolta dati, calcolo degli indicatori di perfomance e stesura di report informativi ma anche, come tiene a precisare Amolfi:
<<La nostra missione è supportare e rendere il più efficienti possibili tutti processi di dicision making. -spiega in aula Giuseppe Amolfi- Il controllore non è un marziano. Noi siamo l’ultimo anello di tutti i processi e siamo in collegamento con tutti i reparti. La data quality dei nostri report ha, come ogni cosa, un impatto sulla produttività dell’azienda e sulla customer satisfaction. Se le informazioni da noi prodotte sono di bassa qualità, le decisioni prese dal management saranno di bassa qualità>>.
In aula si è parlato di concetti tecnici quali risking reporting, years and monthly closing, kpls targets, funnel, price monitoring, internal training e una domanda dalle prime file attira l’attenzione generale.
Ma non è che tutto questo controllo per il miglioramento delle performance genera troppa pressione sulle persone?
<<Il fine delle nostre analisi non è puntare il dito ma capire i fenomeni. -risponde prontamente Amolfi- Ci si siede e si cerca di capire cosa non funziona. L’obiettivo è il benessere aziendale. Poi c’è sempre qualcuno che comunque la prende male>>.
Giuseppe Amolfi sceglie di chiudere la lezione con un consiglio ai ragazzi molto più importante di tutti i numeri, i calcoli, i libri e le competenze. <<Allargate le vostre vedute. Pensate in grande, il più apprezzato nel lavoro non chi sa usare Excel in modo eccellente. Un’azienda non vuole solo persone che superano le macchine ma persone che sappiano creare relazioni e lavorare insieme>>. La creatività è la chiave del successo in azienda anche, perchè no, nel magico mondo del controllo.