MERCOLEDÌ ADDAMS SECONDO TIM BURTON

La leggendaria famiglia Addams, ripresentata nel corso degli anni in numerosi adattamenti, crossover e serie tv, viene ‘toccata’ dall’abilità di Tim Burton generando un hype di incredibile portata; scritta da Miles Millar e Alfred Gough e diretta da Tim Burton, Mercoledì è disponibile dal 23 novembre 2022, accaparrandosi il titolo, nel corso di una sola settimana, di serie originale Netflix più vista, al primo posto in 83 Stati, battendo Stranger Things 4.

L’estetica di Burton si riflette sul personaggio di Mercoledì, interpretato da Jenna Ortega, il cui animo cupo e la repulsione per i colori vengono enfatizzati da scelte stilistiche volte a rimarcare la dicotomia tra il personaggio principale e il set; in particolare, ciò viene espresso dalla suddivisione della stanza che la protagonista condivide con Enid, una ragazza lupo mannaro estremamente allegra e colorata: di fatto i due personaggi vengono spesso presentati all’interno di un’inquadratura spezzata in due parti uguali nella quale domina una grande vetrata per metà adornata da colori sgargianti e l’altra metà da un cupo grigiore.

La mano autoriale di Tim Burton è sicuramente percepibile nella cura per i dettagli (persino la scelta della canzone performata al violonciello, Paint it, black dei Rolling Stones, non è casuale) e nei numerosi riferimenti che solo i più affezionati alla macabra famiglia possono cogliere: nata sulle pagine del giornale The New Yorker per mano di Charles Addams (da cui prenderà il nome, appunto), la famiglia Addams fa la sua prima comparsa all’interno di vignette umoristiche rivolte alla famiglia americana tradizionale, ma la svolta si ha nel 1938, quando in una scenetta appare per la prima volta un disegno di quella che verrà poi battezzata come Morticia Addams. All’interno della serie del 2022 gli autori hanno omaggiato l’inventore della saga con un particolare che solo i più attenti avrebbero potuto scorgere: nell’episodio in cui Gomez Addams viene arrestato, egli indossa una tuta da carcerato i cui numeri identificativi corrispondono alla data di nascita di Charles Addams.

L’intera serie è costellata di riferimenti e citazioni alle opere precedenti, a partire dalla presenza di Cristina Ricci, interprete di Mercoledì Addams nel celebre film del 1991, che ritorna nella serie di Burton come l’antagonista, la professoressa Thornhill, per arrivare ai due schiocchi di dita (protagonisti della storica sigla) che diventano la soluzione all’indovinello nascosto sulla statua di Edgar Allan Poe (il quale nella narrazione era un ex studente della Nevermore). Il titolo della prima puntata, “chi nasce di mercoledì è immensamente triste”, è un riferimento ad una filastrocca molto popolare nel 1800 che avrebbe ispirato Charles nella scelta del nome per la bambina dalle lunghe trecce.

Un’altra curiosità riguarda la macabra danza che Mercoledì ha performato durante il ballo scolastico sulle note di Go Go Muck dei The Cramps, le cui movenze ricordano il baletto dello stesso personaggio nella serie televisiva del 1964: la performance di Jenna Ortega diventa virale su TikTok e gli utenti si accorgono che la canzone si sposa alla grande con il singolo Bloody Mary di Lady Gaga, facendo di quest’ultimo il balletto più popolare del momento sulla piattaforma. Il brano della celebre pop star ha raggiunto il numero più alto di stream su Spotify dopo 11 anni dal rilascio, raggiungendo il traguardo in un giorno solo.

Perciò non c’è da stupirsi se, nel corso del mese di dicembre, bastasse aprire un qualsiasi social network per ritrovarsi sul feed un make-up tutorial, un balletto o imitazioni di Mercoledì arrivando a coinvolgere persino la cantante del singolo, Lady Gaga; questa viralità è andata a creare una sorta di Mandela Effect, per cui alcuni utenti erano convinti che la protagonista avesse realmente danzato sulle note di quel brano all’interno della serie.

In mezzo all’ondata di spettatori ossessionati e attratti dal carisma del personaggio cupo ed eccentrico di Mercoledì, risiede una fetta di pubblico che ha percepito la narrazione come un calderone di ingredienti vincenti: alcuni l’hanno definita un “Harry Potter macabro”, il che non è da considerarsi del tutto complottista visto il legame tra il regista e la celebre saga di J.K. Rowling; infatti è possibile notare delle somiglianze con l’universo narrativo in questione a partire da alcuni rimandi ad Hogwarts nell’estetica della Nevermore (della quale esiste anche un sito dove è possibile inviare la propria candidatura), così come la Coppa Poe, tenutasi nella seconda puntata, sembrerebbe quasi una citazione al Torneo Tre Maghi; alcuni hanno inoltre notato delle affinità tra il personaggio di Enid e Luna Lovegood.

Al di là di possibili scopiazzature basate su una logica dei bestseller, dominate da big data sempre più sofisticati per la creazione di contenuti, non si può ignorare la cura nell’estetica e nelle citazioni ben costruite e puntuali a dimostrazione della mano autoriale che sicuramente fa sentire la propria presenza; la stessa Jenna Ortega, nel corso di alcune interviste, ha avuto modo di raccontare la meticolosità con cui Burton sistemava persino la sua frangia o il modo in cui egli tenesse particolarmente ai dettagli nell’espressione del personaggio. Infatti il legame tra il personaggio di Mercoledì e il regista si fa più profondo dal momento che il primo, secondo gli autori, sembrerebbe assumere degli atteggiamenti che potrebbero essere ricondotti a un disturbo dello spettro autistico (nello specifico alla Sindrome di Asperger), di cui sembrerebbe essere affetto Burton stesso, ponendo così anche il legame con la narrazione ad uno stadio più intimo e personale: di fatto, dietro ad un personaggio così eccentrico e dalla forte personalità, considerabile un outcaster tra gli outcaster, si potrebbe celare una parte più intima e sconosciuta del regista che oggi, per la prima volta, troverebbe credito in una grandissima quantità di giovani fan che ammirano la tenacia e gli ideali di Mercoledì, nonostante i suoi discutibili metodi.

Sara Celona