DUEPUNTOZERO: IL PRECURSORE MILANESE DI FACEBOOK

E se ti dicessi che Facebook è stato anticipato da un social network italiano? Nel 2004, poco prima che nascesse la piattaforma di Mark Zuckerberg, due ragazzi liceali di Milano crearono Duepuntozero a partire da una loro comune passione per l’informatica. 

I sedicenni Martino Di Filippo e Andrea Turati decisero inizialmente di chiamarlo Amedeo D., riprendendo il nome di un negozio di abbigliamento giovanile della città. Quasi subito però vennero contatti dall’avvocato dell’esercente e perciò furono costretti a cambiare il nome in Duepuntozero. 

All’inizio a gestirlo erano solamente loro due, poi dopo il grande successo che suscitò tra il 2004 e il 2009 si misero in società con altri ragazzi. Infatti, arrivarono al mezzo milione di utenti iscritti, diventando il nono sito più visitato in Italia. La stessa Chiara Ferragni, durante il podcast “Muschio Selvaggio”, ha dichiarato di averlo utilizzato quando aveva diciassette anni e di aver conosciuto così la sua amica, nonché influencer, Veronica Ferraro. 

Duepuntozero era un luogo di condivisione, diffuso principalmente tra gli utenti italiani lombardi, liceali e universitari. Oltre a Milano è risultato popolare anche in altre città italiane, tra cui Roma, Genova, Napoli e Torino. 

Il logo del social network, che era formato unicamente dal nome della piattaforma, richiamava quello di Facebooksoprattutto per il suo colore azzurro. In realtà questa scelta non è del tutto inaspettata visto che si tratta di una tinta neutra che trasmette un senso di sicurezza. Infatti, all’epoca era quella più utilizzata nel web. 

Ogni utente aveva la possibilità di costruire il proprio profilo, a partire dalla scelta del nickname. Effettuato il login si accedeva alla home page dove si prendeva visione delle attività dei propri amici in ordine cronologico; infatti, il social non utilizzava alcun algoritmo. A differenza delle piattaforme odierne, non c’era la possibilità di parlare in chat privata con gli altri utenti, ma tutto avveniva pubblicamente.

Per molti aspetti alcune sue funzioni richiamano quelle di Instagram, per creare la propria “lista di amici” bastava aggiungerli e non serviva che ricambiassero. Inoltre, era possibile pubblicare fotografie, commentarle e ricevere like, anche se qui si chiamavano “fave” da favorite

Il numero di fotografie da poter pubblicare era limitato: originariamente si poteva caricarne solamente una per volta, poi vennero aumentate a 24. Se si voleva diffonderne di più, bisognava eliminare alcune di quelle precedenti.

Tra il 2007 e il 2008 iniziò la diffusione di Facebook anche in Italia, ma stranamente non ebbe alcun impatto negativo sul social network milanese. Infatti, se sul primo l’obiettivo era quello di cercare i propri amici, su Duepuntozero era quello di riuscire a ritrovare persone che si erano viste solamente una volta e di rimanere aggiornati sulle attività che svolgevano.

La fine di Duepuntozero è stata per certi versi tragica, ma per altri comica visto il modo in cui è successo. A seguito di un suo aggiornamento, un membro della società cancellò per errore tutte le copie del sito esistenti. Il social network andò così offline e riportarlo online avrebbe comportato troppo lavoro, così sparì per sempre, all’improvviso e in modo inaspettato. 

Susanna Cavalluzzo