Dopo mille esitazioni Musk si è davvero comprato Twitter. Una trattativa che andava avanti da diversi mesi si è conclusa con Musk che arriva in ufficio con in braccio un lavandino, i primi licenziamenti e le nuove politiche sulle spunte blu
Tutti sappiamo che la trattativa di acquisizione di Twitter è stata sin dall’inizio molto tormentata, Elon Musk ha esitato più volte prima di concludere l’affare e negli anni non si è mai risparmiato le critiche alla precedente gestione del social network.
Di fatto il padron di Tesla sembra voler rivoluzionare il social network dell’uccellino, differenziando il suo lavoro dal fondatore ed ex amministratore delegato Jack Dorsey. Lo fa dal primo momento in cui mette piede nel quartiere generale di Twitter, con un lavandino in mano facendo leva sul gioco di parole tra l’espressione inglese «Let that sink in!», che italiano tradurremmo con “sta per succedere, fatevene una ragione” e la parola “sink” che in inglese vuol dire proprio lavandino.
Il CEO di Tesla non ha esitato un attimo nel procedere con le nuove politiche dell’azienda, prima fra tutte il licenziamento di più di 3000 persone. Circa il 50% dei dipendenti di Twitter si è svegliato con una mail nella quale gli veniva comunicato che sarebbe stato licenziato, senza alcun preavviso. Questa azione ha scosso l’opinione pubblica, gli ex dipendenti hanno iniziato a muoversi legalmente e ha portato addirittura il fondatore ed ex amministratore delegato a scusarsi con i dipendenti licenziati per il nuovo progetto intrapreso da Elon Musk, di cui, involontariamente o meno, si è reso partecipe.
Ma non finisce di certo qui, nel suo nuovo progetto di “riqualificazione” del social network il nuovo CEO è intenzionato a rendere le “spunte blu” accessibili a tutti (chiaramente non gratis) per circa otto dollari al mese. Secondo lui fino ad oggi sono state un qualcosa di fin troppo elitario e antidemocratico, il suo “liberalizzarle” sarebbe quindi un atto di libertà e democrazia,
L’opinione pubblica si sta dimostrando per la maggior parte fortemente contraria e in disaccordo con queste sue scelte. Di fatto la spunta blu serviva a identificare le veridicità di alcuni utenti con una responsabilità sociale rilevante e un’influenza particolare sul pubblico, non sarebbe forse una contraddizione chiedere di pagarla per essere aperta e accessibile a tutti?
Moltissimi, infatti, sono gli account su Twitter che hanno ironizzato e fatto della satira su quest’ultima decisione. Qualche personaggio famoso si è addirittura finto Musk scrivendo degli esilaranti tweet e facendo dichiarazioni che, chiaramente, il diretto interessato non avrebbe mai fatto. Le conseguenze però sono state immediate: alcuni account sono stati bannati o disattivati dal social e, dopo queste ultime azioni, moltissimi utenti hanno deciso di lasciare il social, definendolo disorganizzato e stancante.
Insomma, non si può di certo dire che l’ultramiliardario non sappia far parlare di sé, con il suo stile provocatorio e informale sta provando ad attuare una vera e propria rivoluzione nel mondo dei media. E d’altro canto moltissime sono le curiosità e i dubbi che assorgono agli utenti, ad esempio: chi ha già la spunta blu dovrà pagare per mantenerla? Quando inizieranno queste modifiche? Cosa cambierà concretamente nell’uso quotidiano di un social come Twitter?
Per ora sappiamo che una prima prova di queste nuove politiche verrà fatta negli States e successivamente in UK, per poi (se funzionerà) arrivare anche in Italia.
Di fatto Twitter, come la maggior parte dei social media, è sempre stata una piazza di dibattito pubblico, una grande agorà digitale, attraversata da cambiamenti e rivoluzioni, che sicuramente non si fermeranno qui.
Siamo solo alla prima settimana di lavoro per il nuovo CEO; eppure, anche se i cambiamenti sembrano già essere sufficienti, Musk appare indirizzato a continuare. Non ci resta quindi che scoprire cosa succederà nelle prossime settimane!