VISUAL STORYTELLING: QUANDO UN’IMMAGINE VALE PIÙ DI MILLE PAROLE

Con l’espressione visual storytelling si indica l’atto di raccontare una storia utilizzando le immagini. In particolare, fare visual storytelling in marketing significa raccontare attraverso le immagini il prodotto e il contesto entro al quale il nostro prodotto viene usato, creato e distribuito.

Dicono che un’immagine valga più di mille parole, ed è vero. Trasmettere emozioni tramite immagini (statiche o in movimento) fa percepire meglio il messaggio, piuttosto che doverlo codificare e comprendere da un discorso.  Le immagini vengono elaborate 60.000 volte più velocemente del testo dal cervello umano, il 90% delle informazioni trasmesse al cervello è visivo, e Il 92% dei consumatori desidera che i brand sponsorizzino le proprie pubblicità attraverso storie. Inoltre, un’immagine senza testo non ha bisogno di essere tradotta, è universale, mentre un concetto scritto ha bisogno di traduzione per diffondersi.

L’immagine è un modo di raccontare, è un modo per fare storytelling: scegliere di inquadrare un determinato oggetto o persona escludendo quello che c’è intorno è un concetto di scelta, ed è un concetto narrativo.

Possiamo effettuare diversi tipi di scelte applicate alle immagini: ci sono scelte stilistiche, tecniche, di luci, colori, inquadrature, e ognuna di queste scelte coinvolge la psicologia.

Attraverso il visual storytelling possiamo raccontare molte cose, poiché l’immagine è ricca di informazioni, tra cui il soggetto inquadrato.

Questa tecnica narrativa viene utilizzata principalmente sui social network o all’interno di pagine web per promuovere un prodotto, una persona o un evento oppure per trasmettere un messaggio in maniera diretta e incisiva; per questo i social più attivi sono quelli che si basano principalmente su immagini (Instagram e TikTok).

Analizzando alcuni brand che hanno sfruttato il visual storytelling per trasmettere un messaggio senza dover dire una parola, si può dire che Nuvenia sia stata una delle più coraggiose. Il brand ha lanciato la campagna “Viva la vulva” basata su immagini metaforiche che richiamano la morfologia degli organi genitali femminili esterni. Immagini di impatto che, pur senza volgarità, centrano il bersaglio veicolando il messaggio della campagna: le sembianze dei genitali femminili non devono essere fonte di imbarazzo.

Ogni fotografia nasconde una storia. Non la sappiamo ma possiamo immaginarla: il fatto di poter fare ciò è la logica più alta di storytelling. Non lo sta imponendo l’autore ma lo crea l’osservatore guardando la foto, cercando la storia e creandola autonomamente.

Il segreto del visual storytelling è che c’è più storia non scritta rispetto a quella che crediamo ci sia.

Chiara Pilati